Tutti nella casa del popolo per dire grazie. "Ciao Enrico, senza di te saremo più fragili"

Centinaia di persone a Coiano per il rito civile nel luogo simbolo della sinistra pratese. Tantissimi ricordi, il dolore della famiglia

Enrico Cavaciocchi

Enrico Cavaciocchi

Prato, 17 maggio 2022 - Ci sono due immagini che fanno capire quanto Enrico Cavaciocchi fosse benvoluto in città: il fiume di persone che si sono succedute domenica alle cappelle del commiato della Pubblica Assistenza, e poi ieri la sala gremita della Casa del Popolo di Coiano con centinaia e centinaia di pratesi a dargli l’ultimo saluto. Tante lacrime, ma anche tantissimi sorrisi, proprio quel gesto così naturale che Enrico ha dispensato sempre a tutti coloro che ha incontrato sulla sua strada e con cui ha condiviso un pezzo del suo percorso. La città ha voluto onorare così la memoria del presidente provinciale dell’Arci, Enrico Cavaciocchi, morto sabato pomeriggio sulla vecchia via Aurelia, all’ingresso di Rosignano, colto da un malore mentre era in bicicletta. Ieri per il rito civile nel luogo simbolo della sinistra pratese si è mobilitata tutta la comunità dell’Arci e dell’associazionismo per rendere omaggio e dire grazie a un presidente che ha saputo unire, riprogettare e consolidare il principale movimento circolistico cittadino.

Presenti all’ultimo saluto i sindaci Biffoni, Prestanti, Bongiorno e Morganti, e i vicesindaci Mari e Forastiero di Poggio a Caiano e Montemurlo. E ancora la consigliera regionale Bugetti, gli assessori Bosi, Squittieri, Biancalani, i consiglieri comunali e provinciali Faltoni, Tinagli, Romei, Bartolozzi, l’ex sindaco Mattei e tantissimi volti dell’associazionismo. Fra questi la presidente di Anpi Riviello, quella del Cesvot Peris e il presidente regionale di Arci Mengozzi. Presenti chiaramente i familiari di Cavaciocchi, e fra le prime a parlare è stata proprio la figlia Giulia. "Babbo sarebbe felicissimo di vedervi tutti qui oggi riuniti per lui", racconta con la voce rotta dalle lacrime. "Mi è capitato di leggere una lettera che scrisse anni fa a mia mamma, in cui si diceva preoccupato di non essere all’altezza del ruolo di padre, che qualcosa potesse andare storto. E invece babbo mi hai dato tutto quello che potessi desiderare. E ora stai tranquillo: ho tantissime persone al mio fianco, a partire dalla mamma. Ti voglio bene". Per l’Arci a ricordare Cavaciocchi è stata la vicepresidente Ilaria Testa che farà da reggente della presidenza fino al congresso del prossimo settembre. "Non è facile trovare le parole per ricordare Enrico", dice. "Nessuno di noi era preparato a questo momento. Enrico è stato una ventata buona di aria fresca per l’Arci, era sempre presente a ogni iniziativa, e soprattutto aveva sempre il sorriso quando parlava delle iniziative che stava organizzando. Si è speso per l’Arci senza riserve, ha unito un sogno con un piano concreto per andare in una precisa direzione. Ora dovremo seguire il suo esempio". Il sindaco Biffoni ha invece raccontato di avere perso un amico. "Con Enrico presidente dell’Arci mi sentivo tranquillo, coperto, bastava una telefonata per ricostruire ogni difficoltà", dice. "Lui si è messo a disposizione di una comunità intera, voleva bene a Prato e alla città su cui aveva costantemente la volontà di migliorare. Oggi siamo tutti più fragili senza di lui". Fra i ricordi anche quello di Riviello dell’Anpi. "Sono un po’ arrabbiata con la vita", dice. "Oggi siamo tutti storditi, increduli, confusi. E’ stato uno tsunami. Abbiamo lasciato tante cose in sospeso che dovevamo fare insieme". L’ultimo saluto è quello della sorella Elena: "Vedervi in così tanti è impressionante", dice commossa. "Non siete venuti qui per salutare il presidente o l’architetto, ma l’amico con cui avete fatto tante risate insieme e numerosi progetti. Non so come farò da domani. Ma capisco di avere avuto il privilegio di averti avuto al fianco in questi anni".

Stefano De Biase