
Tunnel al Soccorso, le prescrizioni La falda attenzionata speciale
Arrivato il parere positivo dal ministero dell’Ambiente al progetto di realizzazione dell’interramento della declassata al Soccorso, con contestuale raddoppio delle corsie di marcia, adesso per Anas si apre la fase della progettazione definitiva. Un piano che dovrà rispettare tutte e sette le tipologie di prescrizioni previste dagli enti coinvolti dal percorso di Valutazione di impatto ambientale durato oltre due anni negli uffici romani. Al di là delle considerazioni politiche, con la gioia della maggioranza per l’esito positivo della Via, e le critiche su costi e tempi avanzate dall’opposizione, la realtà parla di tutta una serie di tematiche che dovranno essere affrontate e risolte da Anas prima di potere partire con l’affidamento della gara da 46 milioni di euro e poi con i successivi lavori.
Il punto più approfondito dalla commissione tecnica di Via è quello relativo alla falda. Un tema che viene toccato sotto due aspetti: il primo è il rischio di effetto barriera (cioè che il sottopasso vada a intaccare il regolare scorrere della falda), il secondo è quello del monitoraggio dell’ambiente idrico. Nel primo caso di fatto Anas dovrà rapportarsi con Regione e ministero dell’Ambiente per assicurare un progetto che "riduca l’effetto barriera in relazione agli effetti provocati dal sottopasso sui livelli di falda a monte e a valle, adottando opportuni sistemi o accorgimenti". Nel secondo Anas dovrà mandare un documento ad Arpat, a cui spetterà il compito di validarlo, in cui spiegare la "gestione e lo smaltimento delle acque meteoriche e non". Inoltre, i commissari di Via chiedono che le palizzate su cui si appoggerà il sottopasso non vadano a toccare la falda, e che ci sia un’adeguata distanza fra la quota di scavo per l’interramento e lo stesso livello della falda. Infine andranno monitorati i parametri dei calcestruzzi, delle diossine e dei furani.
Il terzo tema di prescrizioni riguarda la fase di cantiere. Tre mesi prima dell’inizio dei lavori al Soccorso Arpat dovrà ricevere un piano di mitigazione dei rumori. Inoltre per tutti e tre gli anni di cantiere dovranno essere previste delle postazioni per il rilevamento delle polveri sottili. La richiesta della commissione di Via è quella di realizzare quattro campagne all’anno di rilevamento delle emissioni, ognuna dalla durata di quindici giorni, spiegando i relativi piani di mitigazione in caso di superamento delle soglie. In fase di cantiere Anas dovrà campionare anche 18.000 metri cubi di materiale di scavo, così da assicurare l’assenza di sostanze pericolose nell’area di cantiere.
La quinta prescrizione si basa sul rumore. Da Roma chiedono una valutazione dell’impatto acustico delle aree di lavoro, con possibili interventi di mitigazione. Al contempo viene data la possibilità di chiedere una deroga ai limiti di legge, ma che dovrà essere autorizzata dal Comune. Le ultime due prescrizioni, infine, riguardano biodiversità e tutela dei beni culturali. Anas, col supporto di un tecnico esperto in materie naturalistiche o forestali, dovrà effettuare un esame preliminare nelle aree di cantiere per rilevare l’eventuale presenza di specie esotiche invasive di rilevanza per l’Unione Europea. Di pari passo i lavori al sottopasso dovranno essere effettuati alla presenza di un archeologo specializzato. Non solo. Prima dell’inizio dei lavori il Comune dovrà presentare alla Soprintendenza il progetto definitivo del parco urbano previsto a copertura del sottopasso, nel quale potranno essere usati solo materiali naturali o cemento architettonico.
Sdb