L’ultima truffa arriva su Whatsapp. Occhio agli hacker: come difendersi

"Babbo ho smarrito il telefono, questo è il mio nuovo numero": è uno degli ultimi tranelli dei malviventi. La Polizia Postale mette in guardia: tra le ultime trovate ci sono i messaggini da parte di un finto parente

Una ragazza con whatsapp (foto repertorio)

Una ragazza con whatsapp (foto repertorio)

Prato, 4 febbraio 2024 – ”Babbo mi è caduto il telefono in acqua e ora non funziona, ho un nuovo numero Whatsapp, puoi scrivermi un messaggio?". Facile capire per il destinatario che il messaggio è fake e si tratta di una truffa. Ma sarebbe stato lo stesso se il mittente fosse stata una persona anziana non così avvezza all’uso dei telefonini e magari con un figlio lontano?. Tra le ultime truffe segnalate sul sito della polizia postale ci sono prprio quelle effettuate tramite messaggi Whatsapp. In questo tipo di truffa si riceve un messaggio da un utente che finge di essere un proprio figlio o parente che ha smarrito il telefono e ha un nuovo numero. I primi messaggi saranno inoffensivi, ne seguiranno altri in cui si chiedono denaro, dati, credenziali d’accesso e così via. Purtroppo i falsi annunci oppure email apparentemente inviate da un ministero che annunciano contributi a fondo perduto da riscuotere, bonus o sospensione di imposte sono molto più frequenti di quello che si pensi. Le truffe attraverso lo smartphone sono ormai all’ordine del giorno e le forze dell’ordine cercano sempre di salvaguardare i cittadini per non farli cadere in spiacevoli imbrogli. Le truffe telefoniche, tramite smartphone e on line purtroppo evolvono e ogni giorno spuntano nuove pensate e nuovi escamotage per convincere ignari cittadini a cliccare e fornire dati. L’unica arma di difesa è diffidare. Tra le tante tipologie di truffe on line, il ’phishing’ occupa senz’altro uno dei primi posti, per frequenza e capacità lesiva, anche in considerazione dell’uso di avanzate tecniche di ’ingegneria sociale, attraverso le quali la persona viene indotta a fornire informazioni personali, dati sensibili e codici di accesso o a cliccare su link fraudolenti. Tra i casi più comuni ci sono quelli di clone phishing, che vengono effettuati tramite una mail che appare identica a quella di un mittente affidabile e che conduce tramite link a un sito clone.

La Polizia postale, al riguardo, consiglia di non fornire mai "dati personali tramite e-mail, sms o telefonate. Bisogna sempre diffidare delle e-mail e degli sms che, tramite un link in essi contenuti, rimandano ad un sito web su cui confermare i propri dati". Nel caso si riceva un’e-mail, un sms o una telefonata, presumibilmente da parte della banca di cui si è clienti, con cui vengono richiesti dati personali riservati "occorrerà recarsi personalmente al proprio istituto di credito o chiamare il numero della propria banca, mai il numero indicato nella e-mail o nell’sms". ll primo modo per evitare le truffe su Internet è quello di imparare a riconoscerle.