
Tribunale
Prato, 5 aprile 2018 - L’aula Galli Alessandrini piena zeppa di avvocati, imputati e testimoni, tutti presenti al secondo piano per uno dei trentotto processi in agenda. Trentotto processi affidati ad un solo giudice, Silvio De Luca, deputato a gestire una difficile giornata per le udienze penali. Gli avvocati con i testimoni al loro seguito sono smarriti: la misura è ormai colma per tutti. «Il ruolo (l’elenco dei processi del giorno da affiggere alla porta dell’aula delle udienze, ndr) è sovraccarico e insieme alla difficoltà di gestione delle udienze e alle note carenze di organico, si sfocia in una situazione complessa, come quella di oggi», afferma Gabriele Terranova, vicepresidente della Camera penale di Prato. Un punto sul quale si è aperto già un confronto fra avvocatura e il presidente del tribunale Francesco Gratteri, ma che avrebbe bisogno di un’accelerata in una risoluzione migliorativa per tutti i fruitori dello stesso tribunale.
«Il problema è piuttosto complesso - chiosa il presidente della Camera penale Eugenio Zaffina - nel senso che ci sono diversi ostacoli concorrenti nel determinare una gestione delle udienze così farraginosa. Il primo è legato alla carenza di personale amministrativo, il secondo a ruoli troppo carichi per alcuni giudici a cui si aggiunge la mancanza di personale a disposizione per ciascun giudice. Infatti ogni giudice non può disporre di un cancelliere».
Il presidente Zaffina punta il dito anche contro un altro elemento: «Le cancellerie sono oberate di lavoro e per cercare di ovviare a questa situazione si è proceduto ad una riduzione di orario delle cancellerie». Una novità degli ultimi tempi, introdotta dal presidente Gratteri a seguito dell’ispezione ministeriale nelle cancellerie. Fino a poco tempo fa le cancellerie sono state aperte al pubblico a giorni alterni, mentre adesso il presidente ha stabilito l’apertura quotidiana seppure con un orario ristretto per carenza di personale. «La cancelleria del Gip è aperta dalle 9 alle 11 e quella del dibattimento dalle 9 alle 13 - spiega Zaffina - Una decisione presa in modo unilaterale, perché siamo stati informati a cose fatte. Il periodo è troppo ristretto: due ore non sono sufficienti e si creano code interminabili. Abbiamo avviato un confronto col presidente Gratteri per cercare di ovviare al problema. E’ una situazione difficile per tutti: ci sono tensioni che vengono da lontano e siamo costretti a lunghe attese, a vedersi rinviati i processi. Questi disservizi di cancelleria determinano ritardi nella celebrazione dei processi fino ad arrivare ai casi estremi di prescrizione». Terranova evidenzia anche un altro disservizio pratico, come il fatto che il ruolo delle udienze non venga affisso alla porta di ingresso delle aule. La legge lo prevede. Eppure non c’è e per i cittadini che devono sapere in quale aula andare si crea molto impaccio e difficoltà: spesso devono chiedere al cancelliere impegnato in aula».