
Prato, Palazzo di giustizia
Prato, 11 luglio 2014 - La beffa è servita. A nulla sono valse le ripetute proteste degli ultimi anni e le segnalazioni sottoscritte anche dalle massime cariche degli uffici giudiziari pratesi e le lamentele dei sindacati. Ancora una volta il palazzo di giustizia di Prato viene ignorato da Roma. Il problema è quello, annoso, degli organici, in questo caso di quelli amministrativi. Come denuncia oggi la Cgil Funzione Pubblica, per bocca del suo segretario generale Giovanni Iorio, il 30 giugno il Ministero della Giustizia ha bandito un interpello «che continua a ignorare l’emergenza pratese e continua nella sua linea di assoluta indifferenza». La gravità della situazione emerge dalle cifre: per Prato l’interpello in questione prevede solo tre posti (uno di direttore amministrativo in Tribunale e un posto di cancelliere a testa per Procura e Giudice di pace). Toitalmente ignorato l’Unep, l’ufficio esecuzioni e protesti, in pratica gli ufficiali giudiziari, che solo un mese fa furono costretti allo sciopero per denunciare il rischio di paralisi dell’attività.
Per rendere l’idea, i posti messi a bando per Firenze sono 14, 9 a Siena, 7 a Livorno, 5 a Pistoia e Pisa. Solo Arezzo, Lucca e Grosseto hanno tre posti a bando come Prato, ma bisogna considerare che in riva al Bisenzio si parte con l’handicap: si tratta, cioè, di piante organiche già ampiamente sottodimensionate rispetto alle esigenze della terza città del Centro Italia. Altro elemento da considerare, a Prato — al contrario di quasi tutte le altre realtà — non ci sono stati nemmeno trasferimenti dalle sedi distaccate... perché non esistevano sedi distaccate. Per comprendere la situazione pratese, dove l’età media del personale è molto alta (circa 50 anni), è opportuno valutare i numeri in essere ad oggi, diffusi dalla Cgil-Fp: in Tribunale mancano 16 persone sui 64 posti previsti nella pianta organica, con un numero di richieste di trasferimento che varia da otto a dieci; in Procura mancano sei persone su 27 e quattro potrebbero chiedere di andarsene; al Giudice di pace ne mancano tre su 14 e due potrebbero andarsene; infine all’Unep la scopertura dell’organico è quasi di un terzo, con sei posti vacanti su venti e tre possibili richieste di trasferimento. Eppure, secondo il ministero, va tutto bene così com’è. Se si considera che, sul versante dei magistrati, Prato si trova in attesa di un presidente di tribunale, di un procuratore capo ed è reduce da un esodo di giudici (nei prossimi giorni se ne andrà anche un sostituto procuratore), viene da chiedersi quale futuro sia possibile per la giustizia in questa città. E per i suoi cittadini.