
Francesco Gratteri presidente del tribunale
Prato, 5 agosto 2020 - Appuntamenti con scadenze lontane. Cancellerie aperte a singhiozzo e tanti disagi per chi ogni giorno deve lavorare all’interno del tribunale dove si è ammessi solo su prenotazione. Per non parlare delle emergenze: praticamente ingestibili. A farsi sentire, questa volta, sono gli avvocati della Camera Civile di Prato preoccupati per quello che potrà essere il rientro a settembre dopo che, per mesi, hanno incontrato serie difficoltà – dicono – nel portare a termine le incombenze quotidiane. Motivo per cui la presidente, l’avvocato Donatella Luchetti, ha scritto una lettera per chiedere maggiori certezze al presidente del Tribunale, Francesco Gratteri, e, per conoscenza, al presidente dell’Ordine degli Avvocati Maurizio Betti.
"La Camera Civile di Prato interviene nuovamente per stigmatizzare la chiusura degli uffici giudiziari – dice Luchetti –. Migliaia di uffici in Italia sono regolarmente aperti al pubblico e non si comprende perché il servizio giustizia sia ancora in lockdown, con gravissimo pregiudizio per i diritti dei cittadini". Nella lettera la Camera Civile sottolinea come sia incomprensibile il motivo di "così drastiche restrizioni" all’intero del tribunale di Prato dove si acce solo se si ha un appuntamento. La proroga dello stato di emergenza da parte del Governo, per i civilisti, non può essere la causa di questa netta chiusura quando con la legge 70/2020, è stata disposta la ripresa dell’attività giudiziaria.
"Si può andare dappertutto, ci sono gli stabilimenti balneari pieni, si torna in discoteca ma non si può entrare nel palazzo di giustizia, pur mantenendo tutte le precauzioni del caso come mascherine, distanziamento e gel – aggiunge Luchetti – Le cancellerie ricevono solo su prenotazione e non tutti i giorni. Gli appuntamenti vengono dati ogni quarto d’ora per quattro ore. Il che vuol dire che al massimo vengono fatte 16 persone quando, a cose normali, se ne facevano 70-80 ma anche cento a mattina. In questo modo si limita il diritto dei difensori. Ad esempio, ho preso ora un appuntamento e mi è stato dato per il 27 agosto. Chi lo spiega ai cittadini? Il lavoro dei civilisti è molto legato alle cancellerie perché ci sono degli atti e delle procedure che non possono essere sbrigati senza l’accesso in tribunale".
Per i processi le cose vanno meglio perché con il ricorso alla trattazione scritta molte udienze possono essere saltate, cosa che non accade nel penale dove la situazione è critica. "Noi chiediamo – prosegue Luchetti – di poter accedere ai locali del tribunale evitando anacronistiche limitazioni e lo stringente vincolo degli appuntamenti, che l’accesso alle cancellerie torni quello prima del Covid, che il sistema delle prenotazioni sia solo un modo per migliorare il servizio e non complicarlo ulteriormente".
"A me non risultava che ci fossero malumori – ha replicato il presidente Francesco Gratteri –. Come è stato deciso in Corte di Appello dal primo settembre, a seconda degli uffici, si distribuirà l’orario di lavoro fra appuntamenti e accesso libero. Una modalità mista che permetterà di arrivare allo sportello anche in modo estemporaneo. Non credo che ci siano tutte queste limitazioni".
"Sappiamo della decisione della Corte di Appello – conclude Luchetti – L’importante è che a settembre si parta subito e che non ci voglia un altro mese per organizzare il servizio. Di tempo ne è stato perso fin troppo". Laura Natoli