
Botta e risposta in consiglio comunale tra l’assessore e la consigliera di opposizione "Persone fragili escluse dal sistema di assistenza pubblico e messe in mano a privati".
La querelle sul trasporto sociale arriva in consiglio comunale. L’interrogazione presentata dalla consigliera di opposizione del gruppo indipendente, Rita Pieri, come era prevedibile ha innescato un acceso botta e risposta con l’assessore al sociale Sandro Malucchi. Il nocciolo del problema è noto: la scelta di non rendere più il trasporto sociale per disabili ed anziani verso i centri diurni gratuito per tutti, ma di inserire una soglia di sbarramento basata sul reddito familiare. Pieri ne fa una questione di equità, l’assessore Malucchi risponde sul piano politico ("Il Comune di Poggio a Caiano guiadato dal centrodestra ha addirittura tagliato le risorse per la Società della Salute") e snocciola numeri: "I costi sono passati da poco più di 900.000 euro a 1.300.000 euro in due anni", spiega partendo dalla sostenibilità economica "messa in crisi dal minor trasferimento governativo del fondo nazionale sociale e dall’aumento dei costi e delle necessità di un servizio complesso". Da qui, la scelta – definita necessaria – di introdurre un criterio di compartecipazione: chi ha un Isee inferiore a 43mila euro continua a usufruire del trasporto gratuitamente, chi lo supera dovrà rivolgersi ad altri canali. "È una questione di equità", replica Pieri, "non si può chiedere a famiglie con persone disabili a carico, che magari superano di poco la soglia, di rivolgersi al privato, fuori da qualsiasi garanzia pubblica. È un atto profondamente ingiusto e, temo, incostituzionale".
Pieri, non si dice convinta delle parole di Malucchi e rilancia. "Non contesto l’idea che chi ha più possibilità economiche possa partecipare alle spese, ma non in questo modo. Non si può far uscire queste persone dal sistema pubblico senza più alcuna garanzia. Chi tutelerà poi queste famiglie? E tra sei mesi, chi può assicurare che le tariffe dei privati resteranno le stesse?". Da qui la richiesta, netta, di convocare una nuova commissione consiliare per trovare una soluzione condivisa.
"Mi sono resa disponibile a lavorare con l’amministrazione – ha detto ancora la consigliera – ma dall’assessore non è arrivata alcuna apertura. Questa non è solo una scelta tecnica, è una scelta politica. E non è certamente la mia scelta".
Il dibattito si gioca su un terreno delicato in cui trovare una sintesi. Ma proprio per questo, secondo Pieri, servirebbe un confronto serio, fuori dalle logiche di schieramento. "Parliamo di persone fragili, non di numeri", ha concluso sollevando l’esempio dell’assistenza domiciliare per la quale l’Isee che viene preso in considerazione è quello personale e non familiare "eppure si tratta comunque di un servizio comunale che non esclude nessuno".
Silvia Bini