PRATO
"Non mi risulta che le comunità straniere siano mai state escluse dal corteggio storico della città di Prato. Il corteggio è di tutti i pratesi, di origine italiana e non, è aperto a tutti. Tutti possono vederlo. Non capisco cosa significhi ’far sfilare le comunità straniere’". Giorgio Silli, sottosegretario agli esteri, ex assessore all’integrazione e pratese doc interviene sulla proposta lanciata dalla Diocesi e accolta dall’amministrazione comunale.
Era inevitabile che l’idea di allargare il Corteggio storico anche alle comunità straniere aprisse un dibattito. Del resto si tratta di un cambiamento epocale e della festa per eccellenza di Prato, una tradizione che affonda le origini otto secoli fa, nata intorno alla preziosa reliquia della Sacra Cintola della Madonna, custodita nella cattedrale di Santo Stefano, che veniva mostrata ai fedeli l’8 settembre, giorno della Natività della Madonna dal Pulpito di Donatello. Una tradizione, ripresa poi dall’amministrazione comunale di Prato nel Dopoguerra e arrivata oggi alla 57esima edizione. Giorgio Silli ne fa una questione di opportunità. Il problema, secondo il sottosegretario agli esteri, è ottenere l’effetto contrario. "La decisione di far sfilare le comunità straniere con i loro abiti tipici rischia di essere il contrario di inclusione, rischia di essere ghettizzazione, rischia di essere un voler fare apparire le varie comunità diverse da tutti gli altri cittadini. Mi pare un corto circuito nel quale, mentre si cerca l’inclusione,si rischia invece di essere razzisti davvero", aggiunge. Da 57 anni sfilano dame, cavalieri e sbandieratori, una rievocazione storica che ha visto poche se non pochissime variazioni nel corso del tempo: c’è stata l’apertura ai gruppi artistici, mai agli abiti tipici dei paesi stranieri. "Vorrei che fosse chiaro il fatto che io sono assolutamente per inclusione, da sottosegretario agli esteri e dopo cinque anni come assessore all’integrazione, so di cosa parlo - aggiunge Silli -. Il rischio di questa scelta è che passi un messaggio sbagliato, quello che gli stranieri non sono come tutti gli altri".
Silli inoltre si pone un altro interrogativo che riguarda la scelta delle comunità che verranno rappresentate: "Nella mia pluridecennale esperienza in materie dico che non vi è nessuno o quasi, di veramente rappresentativo delle varie comunità. Le uniche cose che rappresentano tutta la città di Prato sono le istituzioni perché siamo tutti uguali e viviamo tutti sullo stesso territorio e siamo garantiti tutti dalla Costituzione - chiude -. Il Corteggio è lo stesso da decenni, se si vuole snaturarlo è legittimo, ma bisogna avere ben chiaro cosa si sta facendo e così sull’integrazione, stiamo facendo passi indietro".
Silvia Bini