MARISTELLA CARBONIN
Cronaca

Tra Prato e Pechino. Controllo e banche ‘ombra’, il sistema del Dragone

L’inchiesta tv di Report ha fatto tappa in città. Ha raccontato la guerra delle grucce e gli ultimi fatti criminali. Imprenditore svela: “Qui 18 Overseas”. Le ‘quote lavoro’: i cinesi pagano 11mila euro per venire a lavorare qui

Il giornalista di Report parla con un imprenditore pratese, oscurato

Il giornalista di Report parla con un imprenditore pratese, oscurato

Prato, 8 luglio 2025 – Un sistema criminale trasnazionale in cui Prato è uno degli ingranaggi principali. “Report”, nella puntata andata in onda domenica su Rai3, nell’inchiesta “Ombre cinesi” realizzata da Daniele Autieri, ha fatto tappa anche nella Chinatown pratese e toccato tutti i principali fatti crimanali degli ultimi mesi, dal tentato omicidio al Number One (6 luglio 2024) ai pacchi bomba esplosi in tre aziende cinesi a Prato fino all’intimidazione con la bara lasciata fuori dal Wall Art Apartmenthotel e che si inserisce, ha accertato la procura, nella guerra per il controllo della prostituzione.

L’inchiesta scorre tra Prato, Roma, la Cina, il porto di Trieste, le Marche, in una sequenza di testimonianze e di documenti di diverse procure che svelano un sistema integrato e globalizzato. Un “mondo sommerso” legato alla diaspora cinese. “C’è stata una serie di omicidi, estorsioni, incendi, intimidazioni. Siamo di fronte a una escalation criminale che ha preso le mosse dal giugno 2024”, ha detto il procuratore di Prato Luca Tescaroli, intervistato nella trasmissione. Lo scenario emerso è quello di un vero e proprio Stato parallelo che opera anche nel nostro Paese: oltre 400 banche clandestine solo in Italia, commissariati di polizia, addirittura di un tribunale penale cinese clandestino di cui è stata mostrata nella trasmissione tv anche una foto: si trova nel retrobottega di un negozio in piazza Vittorio, a Roma. In tutto questo scenario Prato viene definita come “un laboratorio per le strategie che vengono poi applicate nel mondo”.

Partiamo dall’inizio: quanto costa emigrare dalla Cina all’Italia? 11mila euro. Lo spiega Zhang Fang Yu, general manager della Wenzhou John international travel agency, raggiunto da Autieri. E’ quello, infatti, il costo di una ‘quota di lavoro’. Come funziona? “Ad esempio – spiega Zhang – io apro un’azienda in Italia e faccio richiesta al governo italiano per ottenere dalle 2 alle 5 quote, così da portare lavoratori cinesi in Italia. Il datore di lavoro vende quelle quote a chi è disponibile a pagarle”. Se un cinese ha subito la disponibilità del denaro entra come lavoratore libero, altrimenti diventa di fatto uno schiavo che si ritrova a lavora in fabbrica per pagare il suo debito. Jin Ai Dong, ex lavoratrice di una confezione a Prato, tornata a Wenzhou con il Covid, racconta la miseria che guadagnava a Prato: “Per un capo semplice circa 50 centesimi a pezzo, per quelli più complessi 1,20 euro. Al mese poco più di 120 euro”.

Prato è guerra delle grucce e della logistica. E’ guerra tra clan per contendersi il redditizio mercato. “Report” ricorda il caso dei pacchi bomba recapitati a tre aziende cinesi. Il giornalista entra alla Elt Express di a Campi, per parlare con il titolare: è Zhang Di (detto Cesare), figlio di Zhang Naizhong, l’uomo che fu identificato nell’inchiesta Chinatruck come il capo di una presunta organizzazione criminale di stampo mafioso che operava fra Prato e Roma. Il giornalista lo cerca anche nella Capitale. Nulla. Interessante è la testimonianza di un imprenditore di Prato che ha lavorato con i cinesi. E’ oscurato, l’intervista è anonima. Parla di un altro personaggio, Zheng Wenhua, “soggetto importantissimo, capo della Overseas association italiana fujanese”. Le associazioni Overseas, come emerso anche dal rapporto di Safeguard Defenders di ormai qualche anno fa, sarebbero il braccio operativo del Fronte Unito collegato al Partito Comunista: un modo per esercitare il controllo fuori dai confini, ha denunciato l’organizzazione. “Prato – continua l’imprenditore – è molto importante perché qui viene riciclata una marea di soldi. A Prato ci sono 18 associazioni Overseas”.

Riciclaggio, dicevamo. Incredibile è il sistema con cui il Dragone muove una quantità impressionante di contante senza lasciare traccia: lo fa attraverso una rete bancaria clandestina. Un sistema che fondamentalmente si basa sulla fiducia nel sistema stesso. L’inchiesta racconta che le stash house, le filiali bancarie clandestine, possono essere ovunque, nel retro di una pescheria come in una casa privata: il sistema è globale e oliato. Chi entra nella banca clandestina con i contanti li consegna al broker e riceve un codice: basterà consegnare il codice a un broker che si trova in qualsiasi altra filiale clandestina nel mondo e questi riceverà la somma equivalente versata, meno la commissione. Così il denaro si muove senza lasciare traccia. “In questo modo – è la conclusione dell’inchiesta di Report – le attività cinesi si sono trasformate nella più grande lavatrice di denaro sporco”. La trasmissione parla di 400 stash house in Italia. A Prato quante ce ne saranno?