Terre portate dalla piena. Rischio inquinamento. Sono necessarie le analisi

Oltre 10mila metri quadri di materiale trasportato dall’acqua è stato stoccato nell’area del palazzetto di Maliseti. Arpat dovrà verificare che non siano nocive.

Dopo l’emergenza rifiuti adesso c’è un’altra emergenza da gestire e riguarda lo smaltimento delle cosiddette terre. Si tratta di circa 10mila metri quadri di terra e detriti che sono stati accatastati nell’area del palazzetto dello sport di Maliseti e che attendono di essere smaltiti.

È l’ennesima conseguenza dell’alluvione che ha colpito la provincia tra il 2 e il 3 novembre flagellando intere zone di Prato e provincia. A Maliseti è ancora presente un’enorme quantità di terra da gestire. Spetta al Comune farlo, ma non è un’operazione semplice. I rifiuti alluvionati misti a fango sono stati presi in carico da Alia e giorno dopo giorno vengono triturati e portati in discarica. Le terre invece seguono un altro percorso e possono avere un altro impiego, ma prima devono essere analizzate.

Si tratta di materiale buono per essere utilizzato, ad esempio, nella costruzione di argini franati, per rinforzare fiumi e torrenti, invece che essere buttati nelle discariche che sono sempre a limite degli spazi.

Prima di reimmettere in natura le terre portate dalla piena però bisogna essere sicuri che non siano nocive. Secondo l’ordinanza commissariale 106 emessa dalla Regione le terre vanno caratterizzate, ossia analizzate in accordo con Arpat. Una volta che le analisi sono andate a buon fine ed hanno dato esito negativo allora i materiali potranno essere utilizzati per i lavori di rinforzo degli argini di fiumi e torrenti.

Al momento l’enorme montagna di terra che è stata trasportata dalla pioggia è stata accatastata a Maliseti dove si trova in attesa. Anche in questo caso l’obiettivo (come lo è stato per i rifiuti alluvionati) è quello di accelerare per arrivare nel più breve tempo possibile a ripulire l’area di stoccaggio e quindi restituire alla città l’aspetto della normalità.

Intanto con il superamento della gestione emergenziale Alia adesso chiede ai cittadini, che grazie all’invio di oltre 117.000 mail e sms e numerosa comunicazioni sui media e i canali social sono stati informati in maniera puntuale su ogni novità e sui comportamenti corretti da seguire nelle varie fasi dell’emergenza, di non esporre più in strada i rifiuti e di non portarli autonomamente nelle piazzole di accumulo proprio perché le piazzole nel frattempo, sono già state completamente liberate dai rifiuti ad eccezione, appunto delle terre e dei fanghi alluvionali.

Per quanto riguarda i danni provocati agli impianti di Alia, resta ancora chiuso l’impianto di trattamento meccanico biologico di Case Passerini, che era stato completamente allagato dall’evento alluvionale. È al contrario tornata in funzione la discarica di Case Passerini, che, assieme agli altri siti già individuati, verrà utilizzata per ricevere i rifiuti urbani alluvionati ancora presenti in alcuni territori.

Silvia Bini