Tentativo di rivolta al carcere della Dogaia, feriti tra detenuti e agenti

I sindacati: “Uno degli istituti più critici della Toscana, è diventato il ‘carcere punitivo’ del distretto”

Un mezzo della Penitenziaria alla Dogaia (foto Attalmi)

Un mezzo della Penitenziaria alla Dogaia (foto Attalmi)

Prato, 13 aprile 2024 – Tentativo di rivolta ieri nel carcere della Dogaia di Prato: la situazione è poi rientrata dopo l'intervento della polizia penitenziaria in tenuta antisommossa coadiuvata all'esterno dalla polizia e dai carabinieri. È quanto spiega in una nota la Fp Cgil Polizia penitenziaria con Donato Nolè e Giulio Riccio, rispettivamente coordinatore e vice coordinatore regionale del sindacato in Toscana.

"Ieri sera - così la Fp Cgil - una decina di detenuti” ha promosso “un tentativo di rivolta nel carcere di Prato”, venendo seguita “da altri che hanno preso il controllo di tre sezioni detentive della Dogaia. A ristabilire la legalità, sono intervenuti in nottata i poliziotti penitenziari in tenuta antisommossa coadiuvati all'esterno da polizia e carabinieri. Il bilancio dei feriti per fortuna è stato limitato: tre feriti per autolesionismo, due invii al pronto soccorso, un trasferimento immediato in altro istituto, un poliziotto penitenziario ferito con 7 giorni di prognosi”.

Per il sindacato il tentativo di rivolta è un ulteriore livello raggiunto dall'abbandono in cui versa il penitenziario, diventato "il carcere 'punitivo’ del distretto”, dove sono stati spostati e non sostituiti direttore e comandante: “Quella di ieri è stata una rivolta annunciata, e per fortuna si è riusciti a contenerla”.

Il carcere pratese, si spiega ancora, "ospita circa 280 stranieri che sono quasi la metà della popolazione detenuta. Il numero dei ristretti presenti è poco sotto la soglia della capienza ufficiale, ma è il personale di polizia penitenziaria che è sotto del 25%, con meno della metà degli ispettori in servizio e con un commissario presente sui cinque della pianta organica. Un carcere quindi senza quei ruoli di indirizzo e coordinamento che fanno del carcere di Prato uno dei più critici della Toscana”.

Per Mirko Manna, coordinatore nazionale della Fp Cgil Polizia penitenziaria: "Con queste lacune, è impossibile sia garantire una condizione detentiva utile e dignitosa, ma soprattutto è diventato impossibile anche lavorare in sicurezza”.