"Strade da incubo, il nostro lavoro a rischio"

Tanti gli imprenditori e gli artigiani pratesi alle prese ogni giorno con i cantieri e i disagi su Fi-Pi-Li e autostrade. Le loro denunce

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La riduzione delle carreggiate sulla superstrada Firenze-Pisa-Livorno, la chiusura del casello autostradale di Impruneta fino al 31 agosto e quella improvvisa all’alba pochi giorni fa, senza preavviso, del casello di Calenzano: corrieri, aziende, lavoratori che quotidianamente partono da Prato o vi arrivano, sono alla disperazione. La situazione è già esplosa e tutti i settori produttivi, dalla pasticceria all’edilizia, devono fare i conti ogni giorno con viaggi che non finiscono mai e costi che aumentano. "Stiamo vivendo una stagione – spiega Stefano Crestini, pratese, presidente della federazione regionale imprese dell’edilizia di Confartigianato – dove si auspica la ripresa dell’economia e del lavoro. Di conseguenza tutto quello che è a supporto dovrebbe funzionare. Non è così. Se un’impresa edile con i suoi operai deve partire tre ore prima per raggiungere con puntualità il luogo di lavoro, i costi aumentano, così come quelli del trasporto dei materiali. Da Prato diventa complicato raggiungere il distretto dell’empolese e della Valdelsa ma, se vogliamo essere proprio sinceri, anche arrivare in Val Bisenzio perché c’è una sola strada di comunicazione da Prato. La bretella dell’A1 permette di arrivare in Val Bisenzio ma l’autostrada rimane sempre un’incognita e lo vediamo con frequenza sempre maggiore. La bretella Signa-Prato poteva essere una risposta così come il sottopasso del Soccorso, la terza corsia dell’A1: queste risposte però le deve dare la politica".

Nel distretto Firenze-Prato-Pistoia con gli anni è cambiata anche la mobilità dei cittadini, per esigenze di vita familiare e di lavoro: ad esempio, è in crescita la popolazione residente nelle zone di Montecatini e Monsummano e tanti pendolari si recano ogni giorno a lavorare a Prato e Firenze. Ma al tempo stesso le infrastrutture, come strade e autostrade, non sono state potenziate e i mezzi pubblici sono quello che sono. Le consegne giornaliere sono a rischio per settori come quello dei gelati, della pasticceria, di carne, pesce e latticini: insomma tutto quello che viaggia in mezzi dotati di frigorifero.

"I colleghi toscani – racconta Massimo Peruzzi (foto a lato), presidente del gruppo regionale dei pasticceri di Confartigianato e pasticcere di via Pistoiese – mi parlano ogni giorno di scenari allucinanti sia per le consegne, sia per ricevere la merce dei fornitori. Dopo un anno di lockdown adesso stiamo vivendo il periodo peggiore, non è possibile che le consegne di prodotti freschi richiedano da una mezza giornata a un giorno. Non dimentichiamoci che se durante queste interminabili file succede un guasto al veicolo, la merce è da buttare". L’obiettivo della Città Metropolitana di Firenze è avere entro l’estate le 4 corsie della Fi-Pi-Li nel tratto tra Ginestra e Lastra a Signa, con cantieri aperti giorno e notte ove possibile. Ma intanto la rabbia dei pendolari cresce e si fa sentire. Stefania Nanni lavora nella pasticceria di famiglia a Galciana e ogni giorno fa la pendolare da San Gimignano dove vive. POchi giorni fa ha impiegato due ore e mezza di autostrada rispetto ai consueti 40 minuti: "Così non possiamo andare avanti. Già con la chiusura del casello di Impruneta occorre fare un giro assurdo, io ho anche scritto ad Autostrade per l’Italia: perché alcuni tratti non si pagano ma bisogna fare un giro incredibile, un altro giro invece da Firenze sud a Prato lo paghi. A Prato, se prima quando con i lockdown c’era poco traffico e le consegne a domicilio si facevano senza problemi in 5 o 10 minuti, adesso siamo saliti a 3045 minuti". Disagi notevoli per gli spostamenti sono segnalati anche dalle ditte di impiantistica e manutenzione che non riescono più a rispettare gli orari e gli impegni presi con i clienti per colpa del traffico impazzito.

M. Serena Quercioli