
La Commissione consiliare 5. al Pir di via fra’ Bartolomeo (foto Attalmi)
Il Pir, il punto sanitario di intervento rapido alla casa della salute di via fra’ Bartolomeo, potrebbe avere i giorni contati. L’ambulatorio sta per esaurire i sei mesi di sperimentazione indicati dalla Regione Toscana, ma i numeri di accesso rivelano un servizio poco usato, poco efficace sulla sanità territoriale ed in particolare nel fornire sostegno valido a ridurre la pressione sul pronto soccorso. Basti pensare che da dicembre a oggi gli accessi registrati al Pir sono 296: pochi se si pensa che nelle ultime 24 ore al pronto soccorso del Santo Stefano sono passati oltre 300 utenti.
E’ quanto è emerso nel corso della visita della Commissione consiliare 5, presieduta dalla consigliera Rosanna Sciumbata, al Pir a Prato centro est. Un sopralluogo atteso da mesi, fortemente voluto dalla presidente Sciumbata. "Da tempo chiedevamo di poter vedere il funzionamento del Pir. Forse ho avuto finora l’interlocutore sbagliato in Lorena Paganelli, presidente della Società della salute, che ha rimandato in continuazione – dice Sciumbata con una punta di polemica –. Ringrazio i dirigenti sanitari Daniele Mannelli e Laura Tattini per la disponibilità e il confronto trasparente". Durante la visita, Sciumbata ha fatto emergere diverse criticità sul Pir, che fatica a decollare. "Da dicembre ad oggi ci sono stati 296 accessi: un dato modesto, non in linea con il fabbisogno della popolazione. Ho chiesto una verifica sulla provenienza degli utenti, visto che in questa casa della salute operano 11 medici di base. È importante sapere se chi accede al Pir viene da qui o da altre Aft (aggregazioni funzionali territoriali, ndr), per capire se il servizio risponde alle esigenze del territorio". La struttura dovrebbe servire agli 8 ambiti funzionali territoriali, ma Sciumbata osserva "che la maggior parte degli accessi sembra provenire proprio dai pazienti di via fra’ Bartolomeo". Le prestazioni disponibili comprendono elettrocardiogrammi, spirometrie, ecografie e medicazioni infermieristiche, ma secondo la presidente l’avvio è stato "zoppicante: la formazione di medici e infermieri è avvenuta in itinere. Sono stati spesi soldi pubblici inizialmente senza piena garanzia del servizio. C’è da sapere che i medici del Pir prendono circa 40 euro all’ora in confronto ai 20 euro circa della guardia medica che fa più accessi". Sciumbata auspica che se "il Pir sarà mantenuto si possa rivedere nella formula: ho sempre bocciato la formula dell’invio dei pazienti attraverso il medico di famiglia e per me va pensato un servizio vicino al pronto soccorso". "Non critico i criteri adottati, come l’apertura dal lunedì al venerdì e l’accesso col solo invio del medico di base, mi chiedo dove sia finita la centralità della delibera regionale del maggio 2023 con gli indirizzi operativi per gestire i fenomeni di overcrowding e boarding negli ospedali della Toscana – osserva Rita Pieri, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale – con cui si prometteva un sollievo per i pronto soccorso, ma il Pir non è una risposta sufficiente visti i numeri ed il ritardo nella formazione. In più, la burocrazia per accedervi è tale che sembra che i pazienti siano inviati ad una visita privata". Pieri ha sottolineato che, sebbene sia stato riconosciuto "anche da Niccolò Biancalani (segretario regionale Fimmg) che si tratta di un percorso in costruzione, ad oggi non sono stati raggiunti gli obiettivi previsti: così com’è il Pir non ha alleggerito né il pronto soccorso né le liste d’attesa. E la ‘trasformazione culturale’ della medicina territoriale non si è vede. Continuerò a monitorare la situazione: prima dell’estate chiederò nuovi dati per valutare se ci sono stati progressi reali".
Sara Bessi