REDAZIONE PRATO

Sos agenti di commercio "Dimenticati dal governo"

Il presidente attacca: "In teoria possiamo lavorare, ma le attività sono chiuse. Siamo stati esclusi dai decreti sui ristori e ora la categoria è allo stremo"

"Siamo senza nessun sostegno: la categoria è allo stremo". E’ il grido d’allarme lanciato dagli agenti di commercio che lamentano di "essere stati dimenticati dal governo". Il settore vede 230mila agenti occupati in tutta Italia, fra cui 1300 solo in provincia di Prato. A fare sentire la propria voce è Fnaarc Confcommercio Prato, che definisce "inaccettabile" l’esclusione della categoria dai destinatari dei decreti Ristori e Ristori bis.

"Lo scenario che ci si prospetta per il prossimo futuro è insostenibile – spiega Fiorenzo Faggi, presidente di Fnaarc Confcommercio Prato – La categoria svolge una funzione fondamentale nel rilancio dei consumi, facendo da intermediari a più del 70% del Pil italiano. Siamo il motore delle pmi e non possiamo essere lasciati soli". Il settore, al momento, sta vivendo un vero e proprio paradosso. Secondo le disposizioni governative, infatti, gli agenti di commercio possono tranquillamente continuare a svolgere la propria attività professionale, spostandosi con le dovute autocertificazioni. Peccato però che nei fatti si ritrovino impossibilitati a lavorare, visto che le aziende con cui collaborano sono per lo più chiuse.

"Gli esercizi pubblici e molte delle attività del commercio al dettaglio in Toscana sono chiusi o soggetti a un forte calo dei consumi – aggiunge Faggi – E questo, quindi, quasi azzera la nostra capacità di potere concludere gli affari". Da parte di Confcommercio Prato viene evidenziata l’ennesima azione da parte del governo che "nelle sue scelte non tiene in considerazione le filiere nella loro integrità".

"Di fatto da Roma si concentrano soltanto su alcuni dei soggetti che compongono le filiere – sottolinea Faggi – Ma la verità è che siamo di fronte a tanti anelli di un’unica catena che porta dalla produzione del prodotto al suo consumo. E se uno di questi ingranaggi viene bloccato, allora a risentirne sarà la filiera nella sua totalità. Ed è proprio questo quello che sta accadendo all’indotto della moda, della ristorazione, del turismo e che sembra essere invisibile agli occhi del governo".

L’associazione di categoria ricorda che "già nel decreto Rilancio gli agenti non potevano accedere agli interventi a fondo perduto in quanto guadagni e provvigioni sono pagati in maniera differita rispetto al fatturato. E lo stesso avviene oggi, con la categoria che si trova a dover sostenere le spese dovute per le imposte, i cui calcoli si basano sugli importi degli anni precedenti, mentre le vendite stanno sempre più diminuendo. Anche gli agenti di commercio devono essere fra i destinatari dei ristori".