Prato, 21 marzo 2024 – Aumento dei prezzi, inflazione, difficoltà economiche delle famiglie: anche la gita diventa un lusso. E così i viaggi di istruzione diventano più brevi, in periodi di bassa stagione, unendo le destinazioni di più classi.
Le scuole si rimboccano le maniche per cercare di far fronte al caro gita. Un fenomeno non da sottovalutare, considerando che le uscite didattiche sono parte integrante dell’esperienza formativa degli studenti e lo scorso anno, secondo uno studio pubblicato da Orizzonte scuola, uno alunno su due non è partito a causa dei costi troppo elevati.
«Le famiglie se la spesa supera 500 euro non riesco a mandare i figli in gita e quindi come scuole cerchiamo di stare all’interno di un determinato budget", spiega Stefano Pollini, dirigente del Gramsci-Keynes. "Quest’anno siamo riusciti ad organizzare i viaggi di istruzione e sono andati molto bene, ma è stato un lavoro o lungo per il quale abbiamo impiegato settimane anche perché non sono così numerose le agenzie viaggio che offrono pacchetti dedicati alle scuole e inoltre i costi aumentano e rientrare in determinate cifre inizia a diventare un’impresa".
Molte le difficoltà segnalate dai dirigenti, come quella appunto di una minore disponibilità da parte delle agenzie di viaggio, ad esempio, nei tempi per il saldo o la necessità di anticipare con ampio margine le destinazioni. Così, per garantire a tutti di partecipare e ridurre i costi, gli istituti hanno puntato ad anticipare le partenze, ridurre la durata dei viaggi per poter usufruire di tariffe più vantaggiose e massimizzare la partecipazione degli alunni. Escamotage che hanno garantito di abbassare i prezzi e allargare la platea dei partecipanti, mettendo una pezza ad un problema destinato a non esaurirsi.
«Abbiamo riunito più classi nella stessa destinazione proprio per abbassare il costo", conferma il dirigente del Marconi, Paolo Cipriani. "I viaggi a Dachau, Monaco e in Provenza sono andati molto bene, siamo stati fuori quattro giorni perché per più tempo l’impegno economico sarebbe lievitato e non tutti possono permetterselo". In gita solo le classi del triennio aggregando più sezioni e soltanto gli studenti delle sezioni che hanno ricevuto il via libera dal consiglio di classe: regola applicata da tutti gli istituti.
Tre notti e quattro giorni a Dachau e Monaco anche per il Datini che ha cercato di restare nel budget di 300 euro per dare la possibilità a tutti di partecipare: "La soluzione è unire più ragazzi in maniera da ottenere un prezzo vantaggioso – spiega la dirigente Francesca Zannoni – del resto dobbiamo tenere conto delle possibilità di tutte le famiglie".
Gite a novembre per il Convitto: "È stato un azzardo partire a novembre, ma la bassa stagione ci consentiva di ottenere prezzi vantaggiosi – spiega il dirigente Tiziano Nincheri – È stata una scommessa nella quale ho creduto fortemente perché le gite scolastiche sono parte integrante della didattica".
Silvia Bini