
Il poeta e scrittore Sem Benelli nacque a Filettole il. 12 agosto 1877. «. Un asilo di pace e di fede dove i miei vecchi sostarono nella loro fatica di lavorator», scrisse nel 1924
Per parlare di Filettole, "un asilo di pace e di fede", come lo definisce Sem Benelli in uno scritto del 1924, "dove i miei vecchi sostarono nella loro fatica di lavorator", si scomodarono fin dal XIV secolo altri letterati illustri. Ad esempio Giovanni Gherardi, il Firenzuola, Bernardo Segni, Gabriele D’Annunzio, Armando Meoni e Curzio Malaparte che, vivendo da ragazzo a Coiano sull’opposta sponda del Bisenzio, si trovava di fronte il fianco della Retaia con gli oliveti distesi da Canneto a Filettole e ville con il nome dei proprietari di allora: villa Rucellai, villa Gini(il Quercetino) e su in alto villa Gherardi (la Terrazza), acquistata nel 1700.
E’ a villa Gherardi che si avventuravano i contadini dalla piana per portare il raccolto alla fattoria con lo stemma crociato che compare anche su varie costruzioni rurali della zona circostante, dove i poggi pratesi, come scrive Armando Meoni, "schierano impietose pettate con cigli scoscesi, fra cui sta prigioniero un drappello di cipressi che, spenta la speranza di toccare il cielo, si consumano in una rassegnazione santificata dagli anni".
La prima sosta con la Vespa a Filettole con la fidanzatina era alla bottega di merende del Logli: finocchiona pane e vino buono, magari dopo essersi imboscati negli amori della collina sovrastante, il plaid disteso in un campo di papaveri, dove il cielo s’illuminava d’immenso. E’ anche oggi l’angolo riposante della città, dove anche i rapporti individuali si tramandano nella serenità delle cose semplici e dove vigilano i casati di un tempo (i Logli, i Razzoli, i Pelagatti e altri).
Purtroppo le cose sono peggiorate negli ultimi tempi: la nostra cronaca ha ricordato fra Filettole e Carteano furti a ripetizione: i ladri si sono presentati disinvoltamente nelle abitazioni e sui tetti in pieno giorno, costringendo gli abitanti a una riunione congiunta da cui è derivata l’iniziativa di una guardia giurata a protezione delle case.
C’è poi il problema di coloro che abbandonano i rifiuti quaggiù, una sorta di profanazione della natura. Resta il richiamo di una frazione, che raggiungi in queste mattine fresche di primavera profumata di cipressi e di vitigni. "Siamo 50 famiglie per circa 200 abitanti. Ci conosciamo uno per uno. Alcuni di loro li ho battezzati, cresima, comunione e matrimonio", mi diceva monsignor Guido Razzoli, per 65 anni parroco di Filettole, appoggiandosi a un bastone di sostegno e mostrandomi il nitore di una canonica incastonata fra gli orti e accogliente con vòlte di intonsa bellezza.
Di unioni matrimoniali monsignor Razzoli ne aveva celebrate oltre 3000 per l’attrattiva della Pieve e del luogo, finché non fu costruita la chiesa dell’Annunciazione a La Castellina e non si fece nel 1974 la divisione dei settori, che comprendevano un bacino di utenza ben più vasto: oltre alla Castellina, Sant’Anna, Giolica di Sotto, Salita dei Cappuccini e altro. E’ stata questa anche la chiesa di Sem Benelli, quello della cena delle beffe, che qui passò a Comunione e qui ebbe i primi insegnamenti religiosi.
Roberto Baldi