
Torna in azione la banda della cassaforte. Questa volta, però, i ladri sono stati rintracciati e arrestati dai carabinieri del nucleo investigativo. Questa volta a finire nei guai sono stati due cinesi che, nella notte fra martedì e mercoledì, hanno scassinato la cassaforte di un ufficio finanziario in via Filzi usando la fiamma ossidrica. "Non si direbbe ma anche la criminalità cinese si è convertita alla più tradizionale e redditizia tipologia di furto rivolgendo le proprie attenzioni alle casseforti", hanno spiegato dal comando di via Picasso.
Ieri mattina i carabinieri hanno arrestato per tentato furto aggravato, ricettazione e possesso ingiustificato di chiavi o grimaldelli atti allo scasso, Jiang Bobo, 34 anni, e Tang Yingwu, 36 anni, entrambi nati nello Zhejiang e domiciliati a Prato, celibi, disoccupati e pluripregiudicati. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri intervenuti nella notte, i due – verso le cinque e mezzo – sono stati sorpresi in flagrante mentre stavano scassinando con una fiamma ossidrica la porta d’ingresso della società di consulenza fiscale e tributaria "Mcm srl" di via Filzi con l’intento di rubare l’intera cassaforte contenuta negli uffici. Ad accorgersi di quello che era successo sono stati alcuni vicini che hanno sentito il gran rumore provenire dall’ufficio che, di solito, di notte è chiuso. E’ probabile che i ladri avessero adocchiato la cassaforte durante il giorno e avessero pianificato il furto con l’intento di portare via di peso la cassaforte. I due uomini sono stati fermati proprio mentre stavano smurando la cassaforte. Dalle indagini successive è emerso che i cinesi avevano nelle loro disponibilità un capannone nella zona industriale. Un fatto strano per due ladri professionisti. Motivo per cui i carabinieri hanno deciso di andare a fare una verifica.
L’immobile è stato perquisito nel corso della mattinata di ieri. All’interno sono stati scoperti e sequestrati un kit completo d’arnesi atti allo scasso (tre cacciavite, due martelli, un set completo di chiavi inglesi e tre torce a led), un saldatore ossiacetilenico (una fiamma ossidrica). Ma non è finita qui. I militari dell’Arma hanno anche trovato una cassaforte scassinata e portata nel capannone che era stata rubata la notte del 29 settembre in un garage della casa di un’imprenditrice pratese, come risultava dalla denuncia presentata dalla donna. Dalla cassaforte della imprenditrice erano stati presi sette orologi da polso di pregio (marche: Rolex, Uno a Erre, Audemars, Hamilton, Cartier) del valore di circa 120.000 euro.
La cassaforte è stata restituita alla legittima proprietaria ma degli orologi non c’era più nessuna traccia: è probabile che siano già stati venduti. Gli arrestati sono comparsi ieri mattina di fronte al giudice per la convalida dell’arresto. I due saranno poi sottoposti al rito per direttissima per tentato furto aggravato. L’episodio fa ritornare alla mente l’operato delle vecchie bande di rapinatori che negli anni ’70’80 violavano le casseforti delle banche con la pericolosissima fiamma ossidrica.