
I pubblici ministeri Antonio Sangermano e Lorenzo Gestri (foto Attalmi)
Prato, 13 settembre 2016 - Roberto Cenni esce dal procedimento per il crac Sasch (Leggi l'intervista a Cenni). Il collegio dei giudici presieduto dal giudice Silvio De Luca (Fedelino e Mancini a latere) ha accolto la richiesta di patteggiamento a due anni (con sospensione della pena) proposta dalla difesa dell’ex sindaco, assistito dall’avvocato Manuele Ciappi, che aveva ottenuto il parere positivo dei due pubblici ministeri Antonio Sangermano e Lorenzo Gestri dopo un primo rifiuto nel luglio del 2015. Cenni è stato, inoltre, assolto da uno dei reati più gravi contestati: la distrazione da sei milioni e mezzo di euro ottenuti dalla vendita dei marchi.
La svolta è arrivata nel maggio scorso quando le difese di Cenni e del commercialista Annibale Viscomi, anche lui a giudizio e assistito dagli avvocati Gaetano Berni e Luca Brachi, avevano presentato un documento «inedito» da un punto di vista processuale, le dichiarazioni di un consulente del gruppo. Il testimone – documenti alla mano – aveva ricostruito tutta la vicenda della compravendita dimostrando che i soldi erano tornati nel gruppo alla luce del sole e con 400mila euro in più. Dichiarazione che il consulente aveva reso alla Guardia di finanza nel 2014 ma che non era mai stata tenuta in considerazione, anzi non era mai entrata negli atti per il crac del gruppo Sasch dopo il passaggio del fascicolo dal pm Eligio Paolini (trasferito a Firenze) ai colleghi Gestri e Sangermano.
Documentazione ritrovata dai legali degli imputati e fatta allegare agli atti cambiando di fatto l’esito del processo. A quel punto, l’avvocato Ciappi è tornato all’attacco con la richiesta di patteggiamento mettendo sul piatto anche una proposta transattiva in cui l’ex sindaco si è impegnato a mettere a disposizione dei creditori i propri beni tra cui una fattoria sulle colline di Firenze valutata tra i 4 e i 6 milioni di euro.
E’ stata la svolta che ha convinto i pm Gestri e Sangermano a dare l’assenso al patteggiamento.
Una «magra» consolazione per l’ex sindaco dopo che lo stesso patteggiamento era stato accordato (senza che fosse emerso questo nuovo aspetto) ad altre posizione come quelle di Rosati, Pacetti, Gianluca e Giuseppe Giovannelli.
I giudici hanno tenuto conto della condotta processuale («riparativa») dell’imputato accogliendo il patteggiamento per la sola bancarotta da 24 milioni in Russia e per gli altri reati fiscali. Assoluzione piena («il fatto non sussiste») per la distrazione della compravendita dei marchi sia per Cenni che per Viscomi, ex sindaco revisore del gruppo. Per gli altri capi di imputazione Viscomi andrà a giudizio insieme agli altri imputati, il figlio di Cenni, Giacomo, il figlio di Viscomi, Fabrizio, l’imprenditore Carlo Mencaroni (difeso dall’avvocato Alberto Rocca) e l’imprenditore Antonio Campagna.
Un processo che si preannuncia lungo e difficile in cui verranno sentiti testimoni chiave come lo stesso Roberto Cenni, la curatela e il misterioso cliente russo di cui non è mai stata chiarita la posizione.