
L’ospedale «Santo Stefano»
"Cresce il privato ospedaliero, ma il territorio ha bisogno di altri servizi, a partire dalla medicina territoriale. Le priorità non sono i posti letto chirurgici privati. Occhio a non provocare danni alla sanità pratese". L’appello preoccupato, forte e chiaro, arriva da Fabio Franchi, segretario generale della Cisl, prendendo lo spunto da una recente novità relativa alla messa in funzione di 7 sale operatorie e 80 posti letto creando una sorta di ’ospedalino’ in via Barsanti. "Niente da eccepire sull’investimento importante e le possibili ricadute sul territori, anzi ben vengano imprenditori disposti a investire sul territorio. Ma è doveroso e responsabile porsi alcune domande", chiosa il segretario generale della Cisl Firenze Prato. E si chiede: "Prato ha necessità di ulteriori 80 posti letto ospedalieri a carattere chirurgico? O c’è piuttosto la necessità di un intervento pubblico sulla medicina territoriale? Non è piuttosto prioritaria la realizzazione di Case di Comunità con medici di medicina generale, una presa in carico dei non autosufficienti più sistemica, con maggiore integrazione fra posti in Rsa e assistenza domiciliare? Davvero la sanità ospedaliera a Prato e in Toscana, ha necessità di nuove incursioni del privato o deve mantenere il carattere di gestione pubblica universale (come prevede la Costituzione)?". Domande che Franchi pone come motivo di confronto, riflettendo come ancora oggi "il sistema sanitario della nostra regione continua ad essere, pur con le sue difficoltà, un modello di eccellenza, proprio perché a partire dalle attività ospedaliere per acuzie ha sempre mantenuto una gestione e un fermo controllo pubblico, mentre la passata stagione della pandemia aveva ed ha posto la necessità di una sanità territoriale di prossimità per i bisogni dei cittadini", specialmente in un’area densamente abitata come Prato. "Il fabbisogno programmato dal sistema regionale di posti letto ospedalieri pubblici e accreditati per le funzioni ospedaliere è di 728 posti letto, rispetto agli attuali 736, con già oggi una eccedenza di 8 posti. A cui si aggiungeranno quelli previsti con la nuova palazzina esterna all’ospedale", aggiunge. Significativo il dato della mobilità ospedaliera: "Il tasso di mobilità ospedaliera dei pratesi evidenzia che 68 residenti soddisfano il loro bisogno di ricoveri ospedalieri nei presidi locali, mentre lo stesso indice a livello regionale si ferma a 55 cittadini su 100". E rivela, come da documenti pubblici, che la zona pratese vedrà "una diminuzione del fabbisogno chirurgico convenzionato, che nei tre anni 2025-2027 subirà da parte della Asl Centro una diminuzione di risorse pari a meno 1.800.000 euro per le attività convenzionate". E la sanità territoriale? "Con le attese Case di Comunità, l’Ospedale di Comunità e le strutture per le cure intermedie, presenta spazi di risposta che dovranno essere gestiti dal sistema pubblico – afferma – A questo si aggiunge un numero di posti nelle Rsa, per i non autosufficienti, al di sotto del rapporto col numero di residenti e una assistenza domiciliare che non ha risorse sufficienti rispetto ai bisogni". Franchi si chiede "chi deve provvedere all’autorizzazione e all’accreditamento dei posti letto ospedalieri, ossia la Regione, cosa intende fare?". E si appella ad una programmazione responsabile che "debba tenere conto che le risorse economiche vanno gestite con oculatezza, attenti ai molteplici bisogni del territorio".
Non è tutto rosa e fiori nella sanità privata. Ieri le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata e delle Rsa hanno scioperato in tutta Italia per ottenere il rinnovo del contratto nazionali della sanità privata Aiop e Aris, bloccato da 6 anni e per il contratto unico delle Rsa fermo da 13 anni.
Sa.Be.