REDAZIONE PRATO

Rotì nel cuore. In cento per la passeggiata

Successo per la passeggiata storica da villa Guicciardini a Gavigno, con 88 partecipanti che hanno rivissuto la storia e visitato gli interni della residenza. Il borgo di Gavigno, animato nel passato, ha ospitato una piccola centralina idroelettrica negli anni Venti.

Successo per la passeggiata storica da villa Guicciardini a Gavigno, con 88 partecipanti che hanno rivissuto la storia e visitato gli interni della residenza. Il borgo di Gavigno, animato nel passato, ha ospitato una piccola centralina idroelettrica negli anni Venti.

Successo per la passeggiata storica da villa Guicciardini a Gavigno, con 88 partecipanti che hanno rivissuto la storia e visitato gli interni della residenza. Il borgo di Gavigno, animato nel passato, ha ospitato una piccola centralina idroelettrica negli anni Venti.

Successo per la passeggiata storica di domenica scorsa fra la villa Guicciardini di Rotì e il borgo di Gavigno. Erano 88 i prenotati, a cui si sono aggiunti amministratori e villeggianti, che hanno seguito Luisa Ciardi della Fondazione CDSE nel percorso fra la residenza di campagna dei Guicciardini e il paese di Gavigno animati in molti casi anche dalla prospettiva di rivedere i luoghi della propria infanzia e giovinezza. Nel gruppo c’erano in particolare tre sorelle nate negli anni ’40 del secolo scorso che ricordavano la villa quando era una cascina. Grazie all’ospitalità della famiglia Gramigni, attuale proprietaria del complesso, i partecipanti hanno potuto visitare anche gli interni: il fienile trasformato in soggiorno e biblioteca e la parte più storica dell’edificio. La villa di Rotì, antico possedimento medievale dei monaci vallombrosani, usato come spedale per i viandanti, poi possedimento dei conti Bardi, alla fine dell’Ottocento era passato ai Guicciardini che lo trasformarono in residenza di campagna dove, alla vigilia della Grande Guerra, si fecero addirittura installare la linea telefonica. Il gruppo ha quindi proseguito la passeggiata nel borgo di Gavigno, che raggiunse la massima espansione e vitalità proprio nel periodo dei Guicciardini, a cavallo tra le due guerre, quando arrivò a contare una ventina di famiglie, per un totale di circa duecento anime. Addirittura, negli anni Venti del secolo scorso, le case erano illuminate con la luce elettrica, quando l’elettricità era prerogativa di pochi e il sogno di molti. Complice la tradizione dei mulini ad acqua, di cui la Val di Bisenzio è ricca. Fra il 1922 e il 1923, grazie a una dinamo installata in una macina del mulino di Genesio sul torrente Carigiola, era stata costruita una piccola centralina idroelettrica.