REDAZIONE PRATO

Rivoluzione per la guardia medica Sarà presto attivo il numero unico

La Regione ha partorito l’attesa riforma. Sarà l’116117 a coordinare le chiamate dopo la mezzanotte filtrando le richieste non sanitarie. Biancalani (Fimmg): "Medici di base, ecco le priorità per il territorio"

Riorganizzazione dell’emergenza territoriale e della continuità assistenziale (ex guardia medica): la regione Toscana alla fine ha partorito quella riforma tanto attesa e che ha tenuto con il fiato sospeso le aziende sanitarie. Queste ultime, adesso, avranno quattro mesi di tempo per recepire e declinare sui territori le novità della riforma. Una rivoluzione che porterà ad una revisione della presenza dei medici sulle ambulanze del 118 - nella nostra zona già sperimentata a Montemurlo e Vaiano - e l’attivazione di un numero maggiore di automediche (da 46 a 51,5), un raddoppio rispetto alle attuali di ambulanze con infermiere (da 39,5 a 62,5), una riduzione di ambulanze medicalizzate (da 32,5 a 9,5). I mezzi di soccorso si attivano chiamando il 112. "Il medico non scompare dalla rete dell’emergenza 118 – si legge in una nota stampa della Regione – non si tratta di tagliare ma di riorganizzare: il medico, infatti, si muoverà con l’automedica ed affiancherà le ambulanze a secondo delle necessità". Prato al momento non ha automedica.

C’è poi la rivoluzione del numero unico 116117 per la continuità assistenziale con la Toscana fra le prime regioni ad introdurla. La riorganizzazione prevede il mantenimento del servizio su tutto il territorio regionale nei giorni prefestivi e festivi dalle 8 alle 24 e dalle 20 alle 24 nei giorni feriali, garantendo dopo mezzanotte una modalità di servizi rimodulata. Attraverso il coordinamento delle chiamate effettuato dall’116117 (numero per le chiamate sanitarie non urgenti) sarà garantita ovunque l’erogazione delle prestazioni appropriate. In alcune aree geografiche rimarrà attivo anche il servizio di continuità assistenziale notturno (dopo le 24): in quei territori dove più numerose sono le chiamate, dove i collegamenti sono più complicati oppure dove operano case di comunità principali, anche nelle aree dove i flussi turistici determinano un grosso incremento della popolazione rispetto ai pochi residenti. A oggi la maggior richiesta di prestazioni si concentra dalle 20 alle 24.

Una rimodulazione del servizio di continuità assistenziale che potrà portare dei vantaggi anche alla rete dei medici di medicina generale.

Fra le sfide principali di Niccolò Biancalani, neo eletto segretario regionale della Fimmg (Federazione medici di medicina generale), c’è proprio "la definizione del ruolo della medicina generale sul territorio". "Ci aspettano mesi importanti per la definizione di questo ruolo. Su questo fronte stiamo collaborando con la Regione – dice – Si dovrà definire come si inquadrerà il medico di base nelle case della salute e nelle case di comunità". E’ qui che si innesta la riforma della continuità assistenziale che permette "di impiegare alcune risorse (ovvero medici) a sostegno della medicina generale per rispondere ai bisogni concreti degli assistiti e alla presa in carico dei pazienti fragili visto l’invecchiamento della popolazione".

Biancalani ha in mente altre strade da percorrere nella riorganizzazione della medicina generale territoriale a partire dal "ridurre la burocrazia nella professione, dal renderla di nuovo più attrattiva e dal dare più risposte a livello territoriale, attivando negli ambulatori o nelle case della salute percorsi diagnostici di primo livello a partire dal 2023".

Sara Bessi