
Vedere 50 aziende del riuso riunite assieme per parlare della possibilità di aderire a Corertex, il nuovo consorzio per il riuso e il riciclo tessile nato a Prato, dà bene la misura di quelle che sono speranze e timori di un intero settore derivanti dalla stesura delle nuove regole sulla raccolta differenziata nel tessile. Una normativa europea, da declinare in chiave italiana, che potrebbe cambiare radicalmente il meccanismo di raccolta, vendita e apertura dei sacchi contenenti gli indumenti usati. E che quindi potrebbe modificare profondamente l’indotto di un settore che solo nel distretto pratese dà da vivere a 600 famiglie. In provincia, dopo la lunga disputa sulla realizzazione da parte di Alia dell’hub del riciclo tessile, si è velocemente compresa la necessità di costituire un consorzio in grado di rappresentare le esigenze delle aziende del riuso e del riciclo. Un gruppo di imprese in grado di assicurare lavoro stabile, prezzi di mercato e forza contrattuale a un intero distretto. Non è un caso se in un settore per decenni individualista sia emersa la necessità di fare squadra. Dopo la prima riunione col mondo del riuso, il consorzio Corertex (fondato da Euroclothing, Abf International, Comistra, Francioni, Suatex, Drd, Prema e Gemar & Figli) si allargherà a decine di altre imprese del riuso. "Abbiamo già una ventina di aziende pronte a entrare a fare parte del consorzio a seguito della prima riunione illustrativa", spiega Raffaello De Salvo, presidente del Corertex. "E altrettante si sono dette interessate a entrare a breve nel progetto. Il messaggio che l’unione fa la forza è stato subito compreso dagli imprenditori, e devo dire che ho riscontrato grande attenzione sul futuro e sul rafforzamento del settore all’interno del distretto. Il nostro obiettivo è quello di raggruppare quantomeno la maggior parte delle aziende del territorio, così da garantire a Prato un peso decisivo in ambito nazionale nello scrivere le regole del settore favorendo e non penalizzando le aziende del riuso e del riciclo". Il nodo sta tutto nelle parole finali di De Salvo. La paura è che il legislatore possa prevedere regole per il settore del riuso che siano penalizzanti per il distretto. E quindi solo stando ai tavoli con la politica e con le associazioni che rappresentano gli altri settori del tessile, ci potrà essere la garanzia di norme efficaci per il settore. Regole che non saranno scritte immediatamente, ma nei prossimi mesi, lasciando così a Corertex il tempo di aumentare la base associativa e diventare un interlocutore ufficiale con la politica. Un po’ come successo negli anni passati con Astri, l’associazione del tessile riciclato, il cui presidente Fabrizio Tesi è socio fondatore di Corertex. "L’idea di avere in un singolo consorzio sia per il riuso che per il riciclo renderà Corertex più appetibile a tutti coloro che dovranno risolvere il problema del fine vita dei capi d’abbigliamento e del post consumo", dice Tesi. "Come con Astri siamo arrivati fino in Europa a parlare di economia circolare e delle necessità del distretto pratese, altrettanto puntiamo a fare adesso".