
Qiuxiu Hua, 39 anni, proviene dalla provincia di Fujian
Prato, 4 gennaio 2018 - «Ci sono persone che pensano che tutti i cinesi siano uguali, ma questo non è vero: ciascuno di noi, come voi italiani, ha il suo carattere e la sua testa per pensare. Per questo dico che l’integrazione fra la comunità italiana e quella cinese sia non solo possibile ma realizzabile».
Qiuxiu Hua, 39 anni, proviene dalla provincia di Fujian nel sud della Cina ed è presidente del Centro Culturale d’Oriente che nella nostra città ha l’obiettivo di far conoscere la cultura cinese agli italiani e non solo. «Sono arrivata in Italia nel 2008 - spiega Qiuxiu - e subito mi sono sistemata a Prato.
Prima di iniziare a lavorare ho seguito per sei mesi un corso di italiano, poi ho preso la patente di guida e ho trovato il mio primo lavoro come giornalista in un giornale cinese di Prato. A dire la verità, quando sono scesa dall’aereo, a Milano, sono rimasta un po’ delusa quando mi sono accorta che l’Italia non era così all’avanguardia come credevo.
Prato, poi, è confusionaria e lo standard di vita del popolo cinese è piuttosto basso. Inoltre è innegabile dire che ci sono tanti conflitti con gli italiani che nel corso degli anni, purtroppo, non sono diminuiti». Secondo Qiuxiu, però, oggi è inutile parlare del passato e di quale avrebbe dovuto essere il modo migliore per far integrare le due comunità nella nostra città. Bisogna piuttosto guardare al futuro.
«Credo che sia inutile parlare del passato - afferma Qiuxiu - di chi ha sbagliato e chi non ha sbagliato. Con la mia associazione voglio far conoscere agli italiani le cose belle della Cina. La Cina è grande, ha una vecchia storia, tanti italiani sono interessati a conoscere le nostre usanze e le nostre tradizioni. Presentando la cultura del tè, che per i cinesi non è solo una bevanda ma qualcosa di spirituale, uno stile di vita, si riesce a far capire a chi non è cinese da dove arrivano le nostre origini. Spesso è la politica che cerca di dividere le nostre culture e fare in modo che non ci sia integrazione. Quando io presento agli italiani la cultura del tè cinese, tutti poi vengono a congratularsi con me per quello che faccio conoscere loro e vedo persone sempre più interessate alle nostre usanze. Non voglio solo usare le parole per spiegare quanto siamo bravi e quanto non è vero quello che pensano gli italiani di noi cinesi. Voglio semplicemente solo fare apprezzare la parte più bella della mia cultura. Solo con i fatti e non con le parole si migliora l’integrazione. Il mondo è bello proprio perché è vario».
Proprio per questo motivo domani il Centro Culturale d’Oriente ha organizzato un appuntamento speciale per fare incontrare le due culture, quella italiana e cinese, di fronte ad una tazza di tè .
«Ogni anno, dal 2010 e fino a oggi - spiega Qiuxiu - un importante giornale di Fujian, una rivista specializzata nel raccontare la cultura del tè cinese, organizza una manifestazione internazionale con lo scopo di far conoscere a più persone possibile questa nostra tradizione. In Italia sarà la nostra associazione ad avere l’onore di promuovere questo importante evento. Nei locali della nostra associazione, in via Respighi 36, verranno spiegate le differenze tra sei tipi di tè cinesi, come vengono lavorati, come dovrebbero essere consumati e ci sarà anche una rappresentazione della cerimonia del tè cinese. La partecipazione è gratuita e inizierà alle 15». I posti sono limitati e per partecipare è necessario prenotare al 349.4505410.