REDAZIONE PRATO

Riforma del 118 Biffoni alza la guardia "Tre mezzi d’urgenza sempre attivi su Prato"

Il sindaco interviene sulla riorganizzazione del sistema di emergenza "Le situazioni vanno valutate bene altrimenti il rischio è di fare un danno". Il primo cittadino chiede il ripristino di 12 ore di infermiere a Montemurlo.

Riforma del 118 Biffoni alza la guardia "Tre mezzi d’urgenza sempre attivi su Prato"

Partiamo dai dati di fatto: il territorio della provincia di Prato è vasto, la popolazione numerosa e la carenza di medici è un’emergenza. Tanto più in estate quando c’è da fare i conti con le ferie. Una situazione esplosiva che ha mostrato tutte le sue fragilità in più episodi dubbi, primo fra tutti il soccorso un 64enne di Vaiano finito in tragedia, che il 29 giugno aveva accusato un malore nella sua abitazione in via Mazzini dove è stata inviata un’ambulanza con soli volontari. La riforma del 118 è una realtà con la quale si scontrano i territori della provincia pratese, da qui l’intervento del sindaco di Prato Matteo Biffoni che non sente ragioni. Prato deve avere tre unità di soccorso avanzato per 24 ore (un’automedica e due ambulanze infermieristiche) a servizio della città, da qui l’invito del primo cittadino a coprire i territori della provincia anche con i servizi d’emergenza dei comuni vicini. Montemurlo, ad esempio, può avvalersi della collaborazione di Agliana che invece l’automedica non l’ha persa.

Secondo i termini di legge ogni unità di soccorso avanzato copre un bacino di 180mila abitanti: il conto è presto fatto.

"La riforma del 118 è partita da Prato, sono emerse subito alcune criticità e siamo contenti che si sia intervenuti per migliorare le cose". Il sindaco Matteo Biffoni prende atto con soddisfazione plaude all’intervento della Regione che ha annunciato ufficialmente il ripristino dell’infermiere a a bordo del mezzo di soccorso a Vaiano, che però non partirà prima di ottobre. "Siamo stati i primi a partire in Toscana e anche come presidente di Anci ho detto sin da subito alla Regione che tra il funzionamento sulla carta e la vita reale c’è un’enorme differenza. Abbiamo visto quello che è successo a Vaiano e in Val di Bisenzio: si è dovuto fare un passo indietro e modificare le scelte fatte. Pertanto in previsione dell’ampliamento di questa riforma bisogna applicare valutare di volta in volta le situazioni reali, soprattutto in zone come la Garfagnana o la Lunigiana, altrimenti il rischio è di fare un danno".

Intanto come anticipato da La Nazione, per Prato e la Val di Bisenzio sono arrivate buone notizie: "Grazie al lavoro di mediazione fatto dal Comune di Prato e anche alla protesta da parte del sindaco di Vaiano Primo Bosi è stato fatto un lavoro importante, ristabilendo un ordine nel nostro territorio - dice Biffoni -. Spero che questo sia da esempio per le scelte che saranno fatte in tutta la Toscana, mentre su Prato sarebbe utile valutare bene anche la situazione di Montemurlo. A Prato città devono essere costantemente presenti tre mezzi attrezzati, senza che siano distolti da altri territori. Razionalizzare, riorganizzare e ristrutturare possano e debbano essere attività da mettere in campo, ma con la valutazione di cosa accade concretamente sui territori non può essere lasciato ad un osservatorio lontano".

Silvia Bini