Rifò, l’azienda che ha fatto dell’economia circolare il cuore del proprio business, continua a crescere. La startup fondata a Prato nel 2017 da Niccolò Cipriani ha perfezionato in questo avvio di 2022 un nuovo round di investimenti da 1,5 milioni di euro. Si tratta della seconda tranche che ha quintuplicato la prima raccolta da 300.000 euro del febbraio 2020. Il valore del riciclo che "sostiene" la moda responsabile, dunque, con il tempo cresce. Come un bene di rifugio. "Grazie a questo aumento di capitale – spiega Niccolò Cipriani – l’organico della società arriverà a 20 dipendenti entro la fine dell’anno, ma incrementeremo (con lui c’è il socio Daniele Ceni, ndr) anche la spesa sul marketing e nei servizi di raccolta. Ci siamo dati due obiettivi principali, quello di puntare sempre più all’internalizzazione della clientela, anche on line, e di implementare il modello di economia circolare che ci contraddistingue".
Il panel delle società che hanno scelto di credere nel progetto Rifò e che hanno sottoscritto il round da 1,5 milioni si è allargato, in due anni, da cinque a otto: ai precedenti investitori (Nana Bianca, Fondazione Cr Firenze, Encelado, Economa) si sono aggiunti Gm Investimenti di Giuseppe Miroglio, Filpucci spa, Aimpact e Abnormal. "L’investimento di aziende importanti nel nostro progetto è il segno che stiamo andando nella giusta direzione – afferma Cipriani – ed è per noi una conferma della fiducia da parte dei primi investitori, ma rappresenta allo stesso tempo anche una nuova sfida. Tra i nostri partner per le forniture ci sono Pinori Filati, Recooper di Bologna, NaturaSì e Reverso per cachemire e lana. Nei nostri piani c’è anche il lavoro che stiamo svolgendo per aumentare l’offerta del prodotto e sbarcare su altri settori. Quali? Oltre che l’abbigliamento vorremo proporre presto una linea di tessile rigenerato per la casa. Il concetto Rifò si può replicare anche in altri segmenti di mercato, utilizzeremo queste risorse per ampliare la nostra collezione di prodotti". In attesa che accanto ai richiestissimi capi in lana, cachemire e jeans rigenerato – nel 2021 sono stati venduti dalla startup pratese più di 40.000 capi – i soci dell’azienda sono concentrati sull’obiettivo di fatturato che per il 2022 è stato fissato a 3 milioni di euro (rispetto ai quasi 2 milioni del 2021). Tra i nuovi investitori, restando nel distretto tessile di Prato, c’è Federico Gualtieri della Filpucci, che spiega così l’operazione: "La nostra conoscenza con Rifò risale a prima della pandemia, ci accomuna la ricerca della sostenibilità. Si tratta di una start up innovativa, la prima collaborazione è stata una piccola fornitura di cachemire rigenerato di circa mille chili, poi siamo arrivati a 7.000 chili all’anno, ed è nata la voglia di Filpucci di creare un legame non solo commerciale sulle forniture, ma anche una partnership di quote. Nel 2020 non siamo rientrati tra gli investitori, poi c’è stata la pandemia, periodo in cui abbiamo continuato a fare utili, passato il quale abbiamo deciso di realizzare questo investimento con Rifò. Si tratta di una cifra contenuta, è un investimento di partecipazione non di controllo. Credo che questa startup di giovani rispecchi in pieno la nostra filosofia sul riciclo", aggiunge Gualtieri.
"E’ un settore che in questi ultimi anni sta registrando un boom pazzesco di richieste sulle fibre rigenerate nobili di lana e cachemire, è un trend molto forte che cresce da 10 anni a questa parte. Come Filpucci produciamo 150.000 chili di cachemire rigenerato all’anno per una trentina di clienti. La gente ha capito che il filo rigenerato non perde nulla, anzi ha il valore aggiunto della sostenibilità che porta vantaggi in termini di meno emissioni di Co2, minore uso di energia, acqua e carburante". Alla luce di questo cospicuo aumento di capitale, il brand Rifò si candida anche ad aver più peso internazionale: ad oggi si trova in più di cento negozi multibrand in Italia e all’estero. "L’obiettivo ora è di rafforzare la vendita e-commerce – conlude Cipriani – puntando ai mercati di Germania, Svizzera, Austria, Belgio, Usa e Canada.
Elena Duranti