"Quando il piccolo era bello" è il titolo del libro appena scritto da Amerigo Giuseppucci, romano rapidamente diventato pratese, ’colonna’ della storica Cassa di Risparmio e Depositi di Prato, di cui fu funzionario alla guida del Centro studi e ricerche. Volitivo ultranovantenne, Giuseppucci ha riunito nel volume, ricco di immagini e documenti e dalla solida copertina, i riflessi di avvenimenti e fenomeni che investirono Prato e il suo tessuto economico e sociale dagli anni Settanta in avanti. Ne risulta un’opera che, nella parzialità della visione, fornisce tracce e documenti talvolta inediti, per chi vorrà approfondire la conoscenza di quel periodo fertile e contraddittorio. Un libro difficilmente riconducibile a un genere, come rileva nella prefazione Franco Neri, ex direttore della Biblioteca Lazzerini. Non è storia in senso classico e non è cronaca, né memorialistica. È piuttosto una galleria di avvenimenti, riferiti con il conforto di una preziosa documentazione, e irrorati di interpretazioni e commenti personali. Di ogni evento si mettono in risalto i riflessi che ebbe per la vita e la carriera dell’autore, condotte in parallelo fra il lavoro nel cuore della Cassa di Risparmi e l’impegno civico nel Comitato promotore della Provincia di Prato. "Quando il piccolo era bello" risulta così uno zibaldone impetuoso, talora un po’ caotico, dell’epoca in cui la parcellizzazione del distretto produttivo pratese era citata ad esempio virtuoso dagli economisti. Nel racconto, si distinguono due fari: il primo è la Cassa di Risparmio e il ruolo che ricoprì nello sviluppo dell’economia locale. L’altro è il rilievo che ebbero, ciascuno nel proprio campo e spesso incrociando competenze e talenti, Silvano Bambagioni, presidente della Cassa di Risparmio (ma anche direttore della Cap e guida della Misericordia) e Alberto Parenti, allora direttore dell’Unione industriale. Giuseppucci lavorò direttamente al fianco di Bambagioni nel Centro studi della Cassa e in tale veste s’imbattè nella figura di Parenti, che della macchina- Prato fu la mente che tutto conosceva e a tutto provvedeva, esplorando le mappe dei percorsi futuri.
Parenti accoppiava saggezza e carisma, alle conoscenze acquisite alla scuola di Giuseppe De Rita, padre nobile del Censis e aggiunse materia grigia ai muscoli e alle mani di cui gli imprenditori pratesi disponevano a profusione. Giuseppucci ritrae l’uno e l’altro, mentre fa capolino ai loro tavoli, alle riunioni in cui si decidevano in modo straordinariamente concreto le sorti della città, che dava alla luce il depuratore, i macrolotti, l’interporto. Il tutto, grazie alla piena sintonia fra il mondo economico, la politica, la società civile: e il libro cita i sindaci (Vestri e Landini su tutti), gli imprenditori, il manipolo visionario e coraggioso che inseguì la promozione a Provincia con illusione quasi donchisciottesca, caparbiamente trasformata in realtà amministrativa. Se Rolando Caciolli e Roberto Giovannini furono le punte di diamante del Comitato Provincia, Giuseppucci fornì impulsi e laboriosità, restando un passo indietro, ma meritando il proscenio nella foto del giorno bello in cui finalmente Provincia fu e i suoi promotori, in grisaglia e cappotto, brindarono sorridenti in piazza del Comune.
Il libro celebra poi l’epopea di Progress, la rivista della Cassa che da house organ si elevò a uno dei migliori esempi italiani di editoria aziendale. E passa in rassegna la vasta pubblicistica dedicata a Prato da decine di autori, locali e non solo. In chiusura, il progetto di una suggestiva per quanto utopistica innovazione amministrativa che riguarda Prato e la sua storia remota e ne varca i confini. "Quando il piccolo era bello" sarà presentato a palazzo Buonamici alla presenza del prefetto Adriana Cogode. La cerimonia, inizialmente prevista a inizio settembre slitterà di un mese, esaurito l’impegno elettorale. L’autore distribuirà il volume agli amministratori dei comuni della Provincia di Prato e dei territori confinanti. I lettori che vorranno acquisirlo possono rivolgersi al Gruppo Bibliofili Pratesi Aldo Petri (e mail [email protected]).