
I ricercatori di Next Technology Tecnotessile Ilaria Canesi e Daniele Spinelli
Non è fantascienza, ma in un prossimo futuro sarà possibile ricaricare un telefonino senza caricabatterie e superando il limite delle batterie stesse, ma grazie all’accumulo di energia attraverso capi di abbigliamento che si indossano e sono realizzati con smart textile. Un futuro che è già qui grazie ai ricercatori di Next Technology Tecnotessile impegnati con un paio di progetti europei nella ricerca sui tessuti intelligenti fino all’elaborazione di prototipi. Prima di tutto, che cosa sono i tessuti intelligenti? Sono materiali tessili integrati con tecnologie in grado di rilevare, reagire o adattarsi a stimoli esterni come temperatura, movimento o luce. Uniscono funzionalità elettroniche e flessibilità tessile, trovando applicazione in ambiti come moda, sport, medicina e difesa. Questi tessuti aprono nuove possibilità per abbigliamento interattivo e soluzioni indossabili avanzate. L’importanza degli smart textiles risiede nella loro capacità di trasformare il tradizionale concetto di abbigliamento, rendendolo interattivo e funzionale. Possono monitorare parametri vitali in ambito medico, migliorare le prestazioni sportive, garantire maggiore sicurezza nei settori militare e industriale, e offrire nuove forme di espressione nella moda.
"L’uso di questi nuovi tessuti sviluppati in questi due progetti potrebbe migliorare in particolar modo il settore medico-sanitario e sportivo – spiegano Ilaria Canesi e Daniele Spinelli – Nel primo campo si potrebbero impiegare per registrare e monitorare i parametri vitali dei pazienti senza l’uso di strumenti ingombranti che fanno uso di batterie per essere alimentati. Per l’ambito sportivo tali prototipi potrebbero servire per monitorare i parametri vitali durante un allenamento oppure per usare dispositivi elettronici indossabili che registrano i dati in tempo reale. Banalmente si potrebbe alimentare un telefono mentre si fa una passeggiata o una corsa".
Entriamo nel dettaglio dei progetti: il primo si chiama Graphergia (durata fino a marzo 2027) e una delle missioni "è sviluppare un capo di abbigliamento intelligente autoalimentato, ovvero il capo di abbigliamento dovrà essere in grado di raccogliere e immagazzinare energia grazie a toppe (’patch’) sviluppate accoppiando più strati a diversa funzionalità (grafene conduttivo e dielettrico). "Installando la toppa in zone specifiche del capo di abbigliamento dove c’è un’azione di strofinio, sfregamento come la zona ascellare, il punto vita o sotto la suola delle scarpe, si genera carica elettrica tra le due superfici a contatto – spiegano Canesi e Spinelli – . La carica viene immagazzinata sul patch ed utilizzata per alimentare dispositivi elettronici, indossabili a loro volta". L’innovazione legate al progetto porta a sviluppare una tecnologia che non fa uso di acqua, né di altri solventi: "E’ la tecnologia Plasma Enhance Chemical Vapour Deposition, che permette di depositare prodotti (chimici o metalli) sui substrati tessili e non solo, in modo pulito e senza scarti reflui". Il secondo progetto è Stelec (fino al 2028) e ha lo scopo "di stampare l’elettronica direttamente sui tessuti usando una combinazione di tecnologie avanzate come la stampa digitale e il Plasma partendo da materiali ecocompatibili – dicono i ricercatori – . Ciò porterà a creare fibre intelligenti, arricchite con funzioni elettroniche per poter essere sfruttate in campi quali abbigliamento sportivo o biomedicale. Durante lo sviluppo di queste tecnologie verrà valutato l’impatto ambientale dall’ideazione al riciclo con un approccio sostenibile". Next Technology Tecnotessile va oltre e sta sviluppando un metodo per riciclare meccanicamente i tessuti smart, così da recuperare i vari componenti e riutilizzarli a fine vita.
Sara Bessi