Prof e alunni malati: classi decimate Scuole costrette a rivedere gli orari

L’influenza si sente negli istituti: ingressi posticipati e uscite in anticipo per far fronte alle assenze. Pollini (presidente Rispo): "Colpito soprattutto il personale, ormai siamo in emergenza da tre settimane"

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Le chat dei genitori nelle ultime tre settimane sono bollettini di guerra, il centralino dei pediatri è irraggiungibile. È un’epidemia. Non di Covid, ma di influenza. E colpisce soprattutto i più giovani e i piccoli, decimando classi intere, e insegnanti. I primi casi si sono verificati intorno alla metà di novembre, poi è stato sempre più un crescendo, tanto da dimezzare intere sezioni di alunni di tutte le età. Dalla materna alle superiori nessuno è stato escluso. L’influenza, rispetto al passato, quest’anno si è presentata in maniera anticipata. La diffusione così ampia è dovuta anche al fatto che negli ultimi due anni i bambini e i ragazzi si sono disabituati ad entrare in contatto coi virus, quindi, soprattutto per i più piccoli, manca la memoria immunitaria e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Soprattutto dei docenti che si trovano ad insegnare a classi semivuote già da settimane. Febbre alta, sintomi respiratori e molti giorni per la guarigione. Nelle chat di genitori sono le comunicazioni più frequenti che avvengono nell’ultimo periodo. Le assenze sono prolungate, i programmi scolastici hanno subito un rallentamento anche perché ad essere colpiti non sono solo gli alunni, ma anche i docenti. Personale ridotto all’osso tanto che alcuni istituti superiori sono stati costretti a rivedere gli orari per mancanza di insegnanti. Ingressi posticipati ed uscite anticipate sono stati al centro delle strategie che hanno permesso alle scuole di andare avanti in queste ultime settimane. Anche perché quest’anno il ministero non ha concesso il personale Covid, ossia bidelli e professori aggiuntivi che avrebbero potuto dare manforte. Classi dimezzate, colpi di tosse che risuonano tra i banchi, insegnanti costretti a letto con febbre alta e naso che cola, ricadute frequenti. Lo conferma anche InfluNet il sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità: l’incidenza nell’ultima settimana è aumentata, ma risultano più colpiti i bambini al di sotto dei 5 anni. E da loro l’epidemia si allarga al resto della famiglia. Il virus annuale ha trovato buon gioco nell’abbassamento delle difese alzate per due anni dalle norme anticovid.

"Tutti i giorni dobbiamo risolvere l’assenza di un numero elevato di insegnanti costretti a casa per l’influenza", spiega il dirigente del Gramsci-Keynes e presidente della rete delle scuole Stefano Pollini. "Abbiamo cercato di rivedere gli orari anche perché con i supplenti non riusciamo a far fronte a tutte le assenze. L’influenza quest’anno è arrivata in anticipo rispetto al normale e nelle scuole gli effetti sono immediati".

La sintesi del dirigente Pollini è confermata da un rapido giro d’orizzonte sulle scuole a proposito dell’arrivo del più classico malanno stagionale, l’influenza.

Silvia Bini