REDAZIONE PRATO

Processo a Toccafondi, Biffoni fra i testimoni

Il 24 novembre la prima udienza con 18 imputati. Tre i filoni d’inchiesta: i lavori allo stadio, la tratta dei baby calciatori e le frodi sportive

Tratta dei baby calciatori, lavori allo stadio Lungobisenzio e frodi sportive nei campionati di Eccellenza e Promozione della stagione sportiva 2016-2017: sono i tre filoni d’inchiesta che confluiranno nel lungo e complesso processo, che vede 18 imputati e ben 46 testimoni chiamati dalla Procura per la prima udienza, fissata in calendario il 24 novembre. La ricca lista di testi presentata dalla Procura - l’inchiesta è affidata ai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli - vede fra gli altri il sindaco Matteo Biffoni, l’assessore regionale Stefano Ciuoffo, ma anche il giocatore Christian Kouamé, attaccante dell’Anderlecht e l’assessore allo sport Luca Vannucci. Un lungo elenco di persone che dovranno essere ascoltate dai giudici per fare chiarezza sulle varie vicende confluite nella maxi-inchiesta che coinvolge 18 imputati e che risale al 2017.

Per quanto riguarda la tratta dei baby calciatori, fra gli imputati c’è Paolo Toccafondi, ex presidente del Prato e oggi patron del Livorno, accusato di ingresso illegale di minorenni dalla Cosat d’Avorio. Reato per il quale gli imputati avevano incassato una sentenza di non luogo a procedere pronunciata dal giudice dell’udienza preliminare. Sentenza cancellata nell’aprile scorso dalla Corte d’Appello, a cui la Procura aveva fatto ricorso, e che ha fissato la prima udienza del maxi processo per il 24 novembre. In questa prima parte del processo uno dei testi chiamati dalla Procura sarà proprio il giocatore Kouamé, al quale sarà chiesto di chiarire quale fosse la procedura per l’ingaggio e il successivo trasferimenti dalla Costa d’Avorio all’Italia.

Il processo riparte anche per l’ex segretario dell’Ac Prato, Alessio Vignoli e per un carabiniere, Goffredo Brienza, accusato di aver passato informazioniriservate a Toccafondi. Inoltre è sempre in piedi il filone d’indagine legato agli interventi al Lungobisenzio per il quale sono già stati rinviati a giudizio l’ex dirigente ai Lavori Pubblici del Comune Luca Piantini e Sandro Grassi e Giuseppe Mazzeo della Castelnuovo Lavori, ditta che si era aggiudicata l’appalto. Tutto era partito dalla denuncia di un allenatore africano sulla presunta pratica studiata da alcuni dirigenti sportivi per far arrivare in Italia le promesse del calcio. Da lì si risalì a Toccafondi che, insieme all’ex presidente della Sestese Giusti (che ha già patteggiato) avrebbero fatto entrare in Italia ragazzini minorenni, soprattutto dalla Costa d’Avorio, con permessi legati a stage sportivi.