REDAZIONE PRATO

Caos al pronto soccorso. Ubriaco riaccende l’allarme sicurezza

La scorsa notte un trentenne esagitato si è allontanato dall’ospedale scaraventando a terra e danneggiando ciclomotori in sosta nei parcheggi .

I ciclomotori e le moto buttate a terra dall’utente esagitato uscito dall’ospedale

I ciclomotori e le moto buttate a terra dall’utente esagitato uscito dall’ospedale

Ancora una notte incandescente al pronto soccorso del Santo Stefano. Un trentenne italiano, volto noto a medici ed infermieri del dipartimento di emergenza urgenza del Santo Stefano, si è presentato anche nella notte tra venerdì e sabato in stato ebbrezza. Ha iniziato ad infastidire gli altri utenti presenti nella sala di attesa del pronto soccorso in uno stato di agitazione.

Gli operatori sanitari hanno ritenuto necessario far intervenire anche le forze dell’ordine per far calmare l’uomo esagitato. Ma alla fine il trentenne si sarebbe allontanato da solo, salvo poi combinare uno scempio su moto e motorini parcheggiati nelle aree di sosta per dipendenti e per utenti del presidio ospedaliero. E’ seguita una ’strage’ di motorini che sono stati buttati a terra causando anche qualche danno e molta indignazione da parte delle persone, che si sono trovati i propri mezzi scaraventati sull’asfalto.

Torna così sotto i riflettori il tema della sicurezza per gli operatori sanitari che prestano servizio al pronto soccorso, soprattutto nelle ore notturne.

"Non si capisce che fine abbiano fatto tutte le rassicurazioni che ci sono state date da Asl Toscana Centro e dagli altri enti coinvolti, a partire dal prefettura e dalla questura, circa il potenziamento della sicurezza sui luoghi di lavoro in ospedale – tuona Massimo Cataldo, segretario territoriale politiche generali della sanità pubblica della Fp Cisl Firenze Prato – Al momento non si vedono i frutti di quanto era stato promesso nei mesi scorsi quando sono avvenuti episodi di violenza".

Il sindacalista ricorda, inoltre, che la stessa Cisl si era fatta promotrice a suo tempo "di un tavolo legato alla sicurezza nei luoghi del lavoro sanitario con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali. Ma tutti gli sforzi e la disponibilità al momento non hanno portato alcun risultato. Non si vedono grandi interventi nella direzione della tutela sia dei lavoratori che degli utenti del servizio sanitario".

Una situazione che si protrae da tempo e per cui, non è un mistero, sono molti i professionisti che decidono di lasciare il pronto soccorso per ambienti di lavoro più tranquilli e meno pericolosi. "Purtroppo, vista anche la scarsa considerazione nell’attuare interventi efficaci per la sicurezza – commenta Cataldo – il personale infermieristico si sta rassegnando a condizioni di lavoro indescrivibili, vivono in una situazione di rassegnazione e rabbia con le tensioni come quella della scorsa notte in aumento nel periodo estivo". In sostanza Cataldo sollecita che quanto promesso nei mesi scorsi per garantire l’incolumità dei lavoratori del pronto soccorso venga "messo in atto davvero".

A settembre 2024 i casi di aggressioni verbali e fisici di agosto avevano indotto ad un vertice in prefettura per affrontare il tema ‘sicurezza’ con prefetto, Nursind e le altre tre sigle sindacali, Cgil-Cisl-Uil. A gennaio scorso il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica aveva deciso di procedere con un ulteriore potenziamento dell’impianto di videosorveglianza (circa 30 telecamere in più) oltre alla possibilità di chiamare direttamente la sala operativa della Questura anche dal reparto Psichiatria, come già avviene dal pronto soccorso. Inoltre sono stati potenziati i servizi di vigilanza svolti dalle guardie giurate, passate da da tre a quattro unità.

Sara Bessi