
Il tessile pratese. ha una performance migliore -1,1%, rispetto al. -7,1% di quella italiana
Ventisei mesi di caduta del settore moda si fanno sentire per la lunga ed estenuante durata della crisi sul comparto tessile. Ma il -1,1% di produzione tessile nel distretto pratese nei primi tre mesi di un complicato 2025 con un avvio di presidenza americana di Donald Trump imprevedibile con l’altalena dei dazi e con il quadro geopolitico instabile, fanno vedere qualche luce in mezzo ad un tunnel ancora troppo buio. "Vogliamo leggere come un segnale di relativa speranza il -1,1% del tessile nel 1° trimestre 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024. Un risultato certo negativo (per quanto lontano dal -7,1% registrato a livello italiano), che rappresenta una frenata nella pesante serie degli ultimi trimestri, approdata al -8% dei volumi di produzione con cui si è chiuso il 2024 per il settore. L’andamento negativo del tessile aveva contribuito in misura determinante al -7,4% di volumi di produzione complessivi del manifatturiero pratese del 2024". Così il commento a caldo di Fabia Romagnoli, vicepresidente, oltre che presidente designata, di Confindustria Toscana Nord, sui dati della congiuntura nel primo trimestre 2025, così come emerso dallo studio dell’associazione confindustriale.
Nonostante tutto la performance del distretto tessile non è del tutto da castigare, anzi ha mostrato alcuni elementi di vivacità anche rispetto al dato nazionale e rispetto alla produzione industriale dell’area Lucca-Pistoia-Prato di competenza di Ctn. Fino a marzo, la produzione si assesta su un -1,3% a fronte del dato nazionale del -4%. Da ricordare che il 2024 si era chiuso per l’area di riferimento di Ctn con -2,2% di volume di produzine e +3,4% di valore di export, dato, quest’ultimo, amplificato da fattori inflattivi e monetari.
A proposito di esportazioni, core business del distretto, a fine 2024 "il valore dell’export, sempre per il complesso dei prodotti pratesi, è stato addirittura lievemente positivo (+0,6%). Un risultato, quello dell’export, dovuto all’inflazione che ha fatto lievitare i prezzi: ma è ipotizzabile che vi sia anche una crescita di valore delle merci esportate", afferma Romagnoli.
Nel settore moda pratese chi ha mostrato ancora sofferenza nel nel primo trimestre dell’anno in corso sono l’abbigliamento-maglieria con una contrazione pari a -11,2% e la meccanica, costituita per lo più dal meccanotessile (-15,4%). "Il risultato finale e complessivo del trimestre è -3% rispetto allo stesso periodo del 2024", conclude la vicepresidenti. Un quadro non ancora sufficientemente roseo da far pensare di essere fuori dal tunnel, anche se permane un sentimento di fiducia tra gli imprenditori. A riverlarlo sono le interviste effettuate alle imprese pratesi ad aprile per avere il quadro della produzione del trimestre precedente che "hanno rilevato aspettative moderatamente positive: la fiducia insomma rimane. Fiducia nelle risorse e nelle capacità di resilienza di un sistema, quello distrettuale pratese, che sta pagando duramente la crisi del settore moda ma che, come dimostra il confronto con il dato italiano, si sta battendo efficacemente per limitare le perdite".
"Un trimestre travagliato quello che si è chiuso con marzo scorso, dopo una partenza complessiva abbastanza buona, con segnali di stabilizzazione economica e di riduzione dell’inflazione – fanno sapere da Ctn – Un periodo che è stato funestato dagli sbandamenti conseguenti le politiche daziarie degli Stati Uniti. La corsa da parte degli importatori americani ad accaparrarsi merce- prima dell’entrata in vigore dei nuovi regimi daziari ha alterato la normale dinamica dei flussi commerciali. Il risultato è stato il peggioramento delle aspettative di crescita economica".