"Squadra che vince non si cambia", recita un vecchio adagio sempre attuale nello sport. A maggior ragione se la squadra in questione è riuscita a confermarsi al vertice del ranking italiano del pattinaggio, alla luce della somma delle singole prestazioni ottenuti dai singoli atleti. Ecco quindi che la Primavera Prato non poteva proprio sottrarsi a questa massima.
E nel segno della continuità, la società ha annunciato proprio nelle scorse ore la conferma dello staff tecnico: ad allenare i pattinatori e le pattinatrici sarà ancora Candida Cocchi, supportata com’è ormai diventata consuetudine dalla sorella Desirèe nella duplice veste di allenatrice ed agonista. Per ripartire dal gradino più alto della graduatoria italiana generale: il sodalizio presieduto da Marina Magelli ha ottenuto la prima posizione in solitaria con 1431 punti complessivi, mettendosi alle spalle la Polisportiva Orizon (seconda a 1326,5) e la Magic Roller (1320,25). Merito delle prestazioni degli agonisti e delle agoniste: Mattia Danesi, Lorenzo Di Lauro Bibbiani, Giada Maniaci, la stessa Desirèe Cocchi e tutti i compagni e le compagne di squadra hanno contribuito al raggiungimento del traguardo. L’obiettivo per la prossima stagione sarà di confermarsi ad altissimi livelli, una volta di più.
E la carica motivazionale non dovrebbe oltretutto mancare, perché salvo sorprese dovrebbe essere proprio Prato ad ospitare la prossima Coppa del Mondo di pattinaggio. Il 2024, insomma, ha tutte le premesse per rivelarsi un anno memorabile, per il club pratese. "Quando sono diventata presidente di questa società nel lontano 2000, raggiungere il titolo di campioni d’Italia era un sogno – ha commentato Magelli - poi con il passare degli anni è diventato un obiettivo. Un cocktail di emozioni positive e negative, aggiunte al lavoro costante e all’immensa passione per questo sport, hanno fatto sì di farci centrare l’obbiettivo. Ringrazio tutti i genitori degli atleti, allenatrici ed allenatori ed infine tutti i miei atleti: senza la loro passione e la loro tenacia non saremmo qui".
Giovanni Fiorentino