SILVIA BINI
Cronaca

Prato e le liste d’attesa, anche i bimbi in fila. Otto mesi per la visita ortopedica

La testimonianza di una madre: "Mia figlia di 12 anni deve fare un controllo richiesto dal pediatra Non ci sono posti, ma l’esame serve entro una certa data o sarà inutile"

Prato, 8 febbraio 2023 – Se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera è altrettanto vero il contrario. Il problema sono sempre le liste di attesa che si ripercuotono su pazienti di tutte le età.

Quando però la lista di attesa impedisce una visita che deve essere effettuata in un determinato arco temporale, altrimenti perde di efficacia, diventa un problema serio, anche perché obbliga le famiglie più fortunate a mettere mano al portafoglio e quelle con meno disponibilità a rinunciare a curarsi. E quando si parla di bambini la rabbia si amplifica.

«Ho portato mia figlia di 12 anni ad una visita di routine e la dottoressa ha prescritto un controllo da un ortopedico pediatrico con ricetta", spiega una mamma. Da qui il calvario finito con una misera resa dai genitori davanti alle liste di attesa bibliche e all’impossibilità di trovare una soluzione.

"Lunedì mattina ho chiamato il Cup per prenotare, ero la numero 114 in lista – continua la donna –. Non mi era mai capitato di avere più di cento persone davanti. Comunque ho messo il viva voce e aspettato il mio turno. In quel momento non potevo fare la prenotazione on line non avendo un computer a disposizione, quindi ho chiamato".

Ma la coda infinita al call center non è stata l’unica doccia gelata della giornata. Tanta pazienza è stata ripagata con un "mi dispiace, non ci sono altre possibilità".

Il problema è che nell’area tra Prato, Firenze e Pistoia la prima visita ortopedica pediatrica è possibile tra otto mesi: il 4 ottobre c’è un solo appuntamento libero, il successivo è dopo la metà di dicembre esattamente tra dieci mesi.

"La visita che deve eseguire mia figlia deve essere fatta entro un determinato arco temporale proprio perché la bambina è nella fase della crescita, tra un anno non ha più senso farla", aggiunge il genitore.

"Mi è stato detto che non c’erano disponibilità e di riprovare a chiamare nel caso si liberi un posto. Ma è possibile? Quando si parla di età pediatrica servirebbero un impiego di risorse e una attenzione maggiore da parte di chi ha la responsabilità di garantire i servizi".

In questo caso la scelta è obbligata: andare a pagamento. Il problema è anche dove andare. "Sapere che la visita veniva svolta in ospedale per me era motivo di sicurezza, per mia figlia però non sarà possibile tutto questo perché non ci sono appuntamenti fino al prossimo inverno e in quel momento sarà troppo tardi".

Proprio lunedì l’assessore regionale al diritto alla salute Simone Bezzini ha ammesso che "i problemi sulle liste di attesa ci sono e ci sono evidenti difficoltà per i cittadini". Aggiungendo che "quello delle liste di attesa è un problema nazionale e non solo toscano". Magra consolazione.

Silvia Bini