FRANCESCO BOCCHINI
Cronaca

Prato resiste al calo demografico. E Confartigianato rilancia con Futura

Secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi CGIA su dati Istat, la provincia pratese vedrà una riduzione contenuta dell’1,1%, un dato in netta controtendenza rispetto a molte altre aree, in particolare del Sud

Luca Giusti

Luca Giusti

Prato, 6 maggio 2025 - Mentre l’Italia si prepara a perdere quasi 3 milioni di persone in età lavorativa entro il 2035 – una contrazione del 7,8% rispetto al 2025 – Prato si distingue come una delle province meno colpite dal calo demografico, piazzandosi al penultimo posto nella graduatoria nazionale. Secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi CGIA su dati Istat, la provincia pratese vedrà una riduzione contenuta dell’1,1%, un dato in netta controtendenza rispetto a molte altre aree, in particolare del Sud, dove si registrano flessioni fino al -17%. Un segnale incoraggiante, ma che non deve indurre all’autocompiacimento. “Essere in fondo alla classifica del calo è motivo di attenzione, non di autocompiacimento – avverte Luca Giusti, presidente di Confartigianato Imprese Prato – In un Paese che invecchia e fatica a trattenere e attrarre giovani, nessun territorio può considerarsi al sicuro. È proprio adesso che dobbiamo accelerare su politiche lungimiranti”.

È in questa direzione che si inserisce il manifesto che lo scorso 15 aprile, in occasione dei 75 anni dell’associazione, Futura, l’artigiana-simbolo del futuro, ha consegnato alla Giunta con le politiche da seguire per il territorio del 2050. “Il dato demografico è uno specchio della sostenibilità di un sistema – prosegue Giusti – E sostenibilità, per noi, significa prima di tutto creare le condizioni affinché le persone possano vivere e lavorare qui: politiche per la famiglia, sostegno all’autoimprenditorialità per mantenere alta l’offerta di lavoro sul territorio, e strumenti efficaci di conciliazione tra vita e lavoro che aiutino imprenditori, imprenditrici e collaboratori, a tenere insieme la dimensione professionale e quella umana. Solo così Prato potrà continuare a essere attrattiva, vitale e generativa”.

Il calo della popolazione in età lavorativa – tra i 15 e i 64 anni – è una delle principali sfide per il sistema produttivo nazionale. Nei prossimi dieci anni tutte le province italiane registreranno un segno negativo. La perdita più alta in valore assoluto sarà a Napoli (-236.677 persone), mentre Prato (-1,1%, 1902 unità come valore assoluto), insieme a Parma (-0,6%) e Bologna (-1,4%), si conferma tra i territori più dinamici. La crisi demografica, però, non è solo un fatto numerico: è un tema di coesione, di crescita, di visione. Il modello pratese, rafforzato da una visione come quella proposta da Futura, può diventare un punto di riferimento per tutto il Paese, ma richiede impegno continuo, investimenti coraggiosi e una responsabilità condivisa tra istituzioni, imprese e comunità.