Prato, se ne va il pm del rogo al Macrolotto. Gestri: "Quel caso mi ha cambiato la vita"

Gestri si trasferisce alla Procura di Firenze dopo dieci anni di intenso lavoro sul distretto parallelo. Tante le in dagini sullo sfruttamento e la sicurezza sul lavoro.

Il pm Lorenzo Gestri lascia la Procura di Prato per trasferirsi a Firenze

Il pm Lorenzo Gestri lascia la Procura di Prato per trasferirsi a Firenze

Prato, 28 aprile 2022 - ​Il magistrato simbolo del rogo al Macrolotto e della lotta allo sfruttamento lascia Prato dopo dieci anni di intenso lavoro. Lorenzo Gestri si trasferisce alla Procura di Firenze dove prenderà ufficialmente l’incarico la prossima settimana. Gestri è arrivato in città nel 2012 dopo diversi anni di servizio trascorsi alla Procura di Bologna. "Passare da Bologna a Prato mi sembrava un passo indietro per la mia carriera", ha confessato ieri Gestri durante il saluto a colleghi, collaboratori, rappresentanti delle forze dell’ordine e al prefetto.

"In realtà ho fatto esperienze che nel mio precedente incarico non avrei mai fatto. Sono stati dieci anni pesanti che mi hanno cambiato molto, basti pensare che quando arrivai mi ritrovai 1800 fascicoli da gestire contro i 350 che avevo lasciato a Bologna. Oggi, per fortuna, la Procura è cambiata molto". Le inchieste seguite da Gestri in questi anni sono state tante e gli hanno permesso di specializzarsi in settori come la lotta allo sfruttamento lavorativo e in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.

L’evento spartiacque nella sua vita professionale è stato sicuramente il rogo al Macrolotto nel dicembre del 2013 nel quale morirono sette operai cinesi. Quelle indagini Gestri le ha condotte con due procedimenti complessi e certosini: quello alle titolari cinesi della ditta andata in fiamme e quello ai proprietari italiani del capannone (quest’ultimo finito con l’annullamento in Cassazione delle condanne di primo e secondo grado). "Il rogo al Macrolotto è stato il caso che mi segnerà per tutta la vita", ha commentato Gestri. "All’epoca il procuratore facente funzione era l’amico Antonio Sangermano (ora alla guida della Procura dei Minori e ieri presente al saluto, ndr): mi disse che dovevo ’risolvere quel caso’, che lo dovevo alla mia città". E così è stato. Da quelle indagini è emerso uno spaccato del distretto parallelo che adesso è diventato ricorrente: ha portato alla luce il sistema di connivenze fra cinesi e colletti bianchi, ha posto l’attenzione sulle condizioni disumane di lavoro in cui spesso operano le imprese a conduzione cinese e alla contestazione del nuovo reato sul caporalato (il 603 bis entrato in vigore nel 2016).

Gestri è stato alla guida del pool sulla sicurezza ed è stato il primo pm a lavorare a stretto contatto con gli ispettori del progetto "Lavoro sicuro", istituito dopo il rogo in via Toscana per accertare e reprimere moltissime situazioni di illegalità. Un pioniere in una materia complessa su cui a Prato si dibatte da anni. "La Procura pratese perde un pezzo fondamentale – ha detto il procuratore Giuseppe Nicolosi – Gestri rappresenta un livello elevato e non consueto di professionalità, è un modello a cui i più giovani vorrebbero avvicinarsi, anche per il suo garbo e il suo stile. Gestri riassume in sé più qualità: l’acume del pm, la testa del giudice, la padronanza e la fantasia dell’investigatore".

Laura Natoli