Lo sfruttamento è il male del sistema Prato

La commissione parlamentare di inchiesta in prefettura. Le richieste di forze dell’ordine e magistrati: "Aumentate ispettori e controlli"

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Una mattina di confronto sui temi dello sfruttamento e sulla sicurezza sui luoghi di lavoro nel distretto pratese. Ieri in Prefettura è arrivata la commissione di inchiesta parlamentare sulle condizioni di lavoro presieduta dal senatore Gianclaudio Bressa. Quattro ore durante le quali i venti senatori che compongono la commissione hanno ascoltato le relazioni dei rappresentanti di tutte le forze dell’ordine, ma anche del procuratore Giuseppe Nicolosi e del pm Lorenzo Gestri, specializzato sulle inchieste in tema di lavoro a partire dal tragico rogo al Macrolotto avvenuto il primo dicembre 2013 quando morirono sette operai cinesi. Parlamentari, rappresentanti delle forze dell’ordine e magistrati hanno concentrato l’attenzione, alla presenza del prefetto Adriana Cogode, sul cosiddetto "sistema Prato", ossia su quel modo di fare impresa, soprattutto nel distretto parallelo cinese, che vive e lavora ai margini della legalità. La giornata di audizioni è terminata con un rinfresco in occasione del quale sono stati rispolverati i piatti con lo stemma della prefettura. Il tema centrale dell’incontro non è stato tanto quello della sicurezza sul lavoro, ma quello dello sfruttamento. Al di là del caso emblematico della morte di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni stritolata dalla macchina a cui stava lavorando in assenza delle protezioni di sicurezza, il vero problema del distretto – secondo quanto emerso ieri – è quello della sfruttamento lavorativo che quasi sempre si porta dietro una serie di irregolarità fra cui anche quelle sulla sicurezza che mettono a rischio gli operai.

Luana non lavorava in condizioni di sfruttamento ma era stata comunque messa a rischio per la mancanza di protezioni. Un caso che da solo non rappresenta il fenomeno ben più esteso del "sistema Prato": una miriade di aziende apri-e-chiudi, che non rispettano le regole, non pagano le tasse, utilizzano manodopera al nero spesso clandestina. Tutti i partecipanti hanno sottolineato la necessità di rafforzare l’organico degli ispettori addetti ai controlli. "Non si può pensare di arginare un fenomeno così esteso solo con i processi", hanno sottolineato Nicolosi e Gestri. "Nonostante le tante inchieste portate a termine anche in tempi rapidi, serve prevenzione attraverso i controlli e gli ispettori, il cui organico deve essere rafforzato, ed è necessario un cambio normativo che preveda, ad esempio, la sospensione o la chiusura delle attività in cui viene riscontrato lo sfruttamento degli operai". Il fenomeno dell’illegalità diffusa, dunque, non si combatte con la repressione o con i processi, ma deve essere contrastato a livello politico. Il sindaco Matteo Biffoni ha salutato i parlamentari prima dell’inizio delle audizioni. Il primo cittadino non è stato ascoltato in quanto i temi trattati non sono di sua competenza. Biffoni ha voluto però consegnare ai senatori lo stesso dossier dato al ministro Andrea Orlando (che incontrerà a Roma il 14 ottobre) la scorsa settimana e una lettera nella quale ha ribadito l’urgenza di aumentare i controlli e di implementare l’organico degli ispettori sul territorio, troppo pochi rispetto alla miriade di aziende che popolano il Macrolotto.

Laura Natoli