Picchetti Texprint: manifestanti a processo "Da loro atti violenti, percosse e lesioni"

Sono le accuse della Procura da cui gli esponenti Si Cobas dovranno difendersi in tribunale. L’azienda cinese: "Danni per 2 milioni di euro"

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PRATO

Ci sono 27 rinvii a giudizio nella questione della vertenza fra i Si Cobas e la Texprint. Luca Toscano e Sarah Caudiero, i due sindacalisti Si Cobas, sono stati rinviati a giudizio dalla Procura di Prato in concorso con altre 25 persone, per i reati di violenza privata aggravata, danneggiamento doloso, lesioni personali dolose e percosse. "Al momento non abbiamo ricevuto alcuna notifica", commentano a caldo i due esponenti del sindacato.

Soddisfazione, invece, viene espressa da parte della direzione aziendale e della proprietà della Texprint, dove da gennaio a settembre scorsi lavoratori e sindacalisti Si Cobas si sono asserragliati un un presidio permanente per denunciare lo sfruttamento lavorativo. "I violenti ricatti, le gravissime condotte di reato di questi mesi e le reiterate calunnie dei Si Cobas non sono riuscite a piegare la volontà del management della Texprint e l’azienda, nonostante i danni subiti in questi mesi, quantificati in oltre due milioni di euro, è riuscita ad evitare la chiusura e il fallimento, garantendo lo stipendio e il posto di lavoro ai restanti 66 dipendenti", si legge in un comunicato divulgato dalla azienda di via Sabadell. Secondo l’azienda a gestione orientale "un’ulteriore indagine della Procura ha accertato che il lancio di acido dai cancelli della società era una macchinazione realizzata al solo fine di calunniare la Texprint e il suo management".

La società inoltre annuncia la volontà di "sporgere denuncia per calunnia" non appena avrà la possibilità di leggere le dichiarazioni dei lavoratori rese all’Ispettorato del lavoro potendo "dimostrare nelle sedi opportune la calunniosità delle dichiarazioni rese dai Si Cobas anche allo stesso Ente". Differente la versione dei Si Cobas. "Il destino vuole che sia di oggi la notizia che l’Ispettorato del Lavoro ha riconosciuto lo sfruttamento alla Texprint. Gli operai avevano ragione. Hanno sempre avuto ragione, mentre dalle istituzioni tutti facevano quadrato per difendere l’azienda, per screditare e reprimere chi scioperava", dicono. E puntano il dito contro l’incontro che si è svolto al Pecci proprio ieri per firmare il protocollo contro lo sfruttamento lavorativo in occasione dell’anniversario del rogo del Teresa Moda. "Non c’è stata nessuna rappresentanza di quei lavoratori, come quelli della Texprint, che contro lo sfruttamento hanno messo in gioco tutto. Ci chiediamo che senso abbiano iniziative di questo tipo se la voce degli operai non può esprimersi. Se le istituzioni ascoltassero chi ci lavora nelle fabbrica ’scoprirebbero’ che i controlli non funzionano, che le sanzioni sono ridicole, che i loro protocolli fanno il solletico ad un sistema di sfruttamento di cui, intanto, sono loro a pagare il costo".

Sa.Be.