
Il ministro Piantedosi in prefettura a Prato (foto Attalmi)
Prato, 15 agosto 2025 – "L'ho scelto apposta", dice il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi lasciando la prefettura e ribadendo la sua precisa volontà di essere qui a Ferragosto. Parole chiare e dirette: Prato sta a cuore al capo del Viminale e a tutto il governo Meloni. Oggi in prefettura c'è stata una rappresentazione plastica dello Stato in città: le massime cariche delle forze dell'ordine, i funzionari, i collaboratori. Tutti riuniti in via Cairoli, in centro storico. Sotto ad attenderli i giornalisti delle agenzie di stampa, le reti nazionali tv di Rai e Mediaset oltre al gruppo di cronisti pratesi. Prato per un'intera mattinata è stata capitale, non per caso, con l'appuntamento del Comitato nazionale per la sicurezza presieduto dal ministro con i suoi tre sottosegretari. Una intensa riunione di lavoro presenti in seconda battuta, in una sorta di audizione supplementare, anche i rappresentanti istituzionali amministrativi, Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, Simone Calamai, presidente della Provincia e Claudio Sammartino, commissario del Comune, e della giustizia con il procuratore capo Luca Tescaroli in testa. E poi i rappresentanti politici a partire dai parlamentari: Erica Mazzetti di Forza Italia, Chiara La Porta di Fratelli d'Italia, Elisa Montemagni e Andrea Barabotti della Lega.
Il Ferragosto in prefettura non ha l'istantanea di un selfie ma la forza di un faro che si accende e non si spegne, resta, si confida, un punto di riferimento. Il ministro ha ascoltato e preso impegni, è arrivato a Prato perché voleva essere qui il 15 agosto. Una scelta precisa, perché nelle sue intenzioni e in quelle del governo, dalla riunione in prefettura si parte per migliorare l'efficacia operativa delle forze dell'ordine e del sistema giustizia. Perché Prato ha tante luci, ma nelle ombre che si allungano sul destino della città si annidano criminalità e alleanze mafiose, precarietà e sfruttamento del lavoro.
Ferragosto 2025 diventa la firma del governo per un futuro migliore, per affrontare le questioni pericolose, per ridare slancio al territorio: se gli impegni non saranno rispettati allora si potrà parlare di passerelle pre elettorali. Adesso prevale speranza e fiducia.
Il Pd va all'attacco, a Ferragosto, come prima dell'arrivo del 15 agosto. Dopo le dieci domande presentate dai dem, oggi arriva il caso della mancata convocazione dei parlamentari dem.
Va giù duro Emiliano Fossi, segretario toscano del Pd e deputato dem: "Quello che è avvenuto oggi a Prato rappresenta un precedente grave. Il ministro Piantedosi ha trasformato una riunione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica in una vera e propria passerella elettorale per la destra – dice dopo aver visto i commenti dei colleghi del centrodestra on line –Che ci facevano i parlamentari di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia in Prefettura? E perché non è stato invitato nessun rappresentante dell'opposizione? Questa destra non rispetta nemmeno le forme della minima correttezza istituzionale. È inaccettabile vedere le istituzioni dello Stato utilizzate come scenografia per selfie e foto di gruppo a uso elettorale. Il Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica è un organo tecnico, non un palcoscenico per la propaganda di partito". E ancora: "Questo utilizzo spregiudicato dell'apparato statale per fini di propaganda politica in vista delle elezioni regionali è indegno di una democrazia matura. La presenza esclusiva di parlamentari della maggioranza trasforma un atto istituzionale in un comizio mascherato. Prato e la Toscana meritano rispetto, non queste messinscene che sviliscono il ruolo delle istituzioni. Chiediamo al governo di fare chiarezza su questa deriva che confonde il ruolo dello Stato con gli interessi di parte".
Si tira fuori dalla polemica Marco Furfaro, deputato dem che in un'intervista di alcuni giorni fa a La Nazione aveva detto di non esser contento della visita del ministro definita "una passerella" e aveva sottolineato che non avrebbe partecipato all'iniziativa ferragostana. "Il mio era un giudizio politico – dice Furfaro – che ribadisco. Un conto sono i giudizi, un altro sono forma e sostanza: i parlamentari dem non sono stati invitati, altri invece sì. Come mai?".
Attacca anche il segretario dem di Prato Marco Biagioni: "Mi chiedo se oggi Prato abbia ospitato il Comitato Nazionale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica o un'iniziativa elettorale della destra. A vedere le foto e le presenze mi pare più la seconda opzione. È ormai evidente che la visita del ministro Piantedosi era stata organizzata con esclusivi intenti politici. Una passerella elettorale pagata dai cittadini italiani ad uso e consumo dei partiti di governo. Non si spiega altrimenti la presenza massiccia di parlamentari della maggioranza e l'esclusione totale dell'opposizione. Ma ad essere esclusi sono stati anche tutte le sindache e i sindaci del territorio che molto avrebbero potuto dire al ministro. Stupisce e imbarazza che interi pezzi dello Stato siano stati piegati a questo evento di parte. Le istituzioni non possono essere trasformate in strumenti di propaganda elettorale, soprattutto quando i costi ricadono sui contribuenti". Il conto di Biagioni? "Zero fatti, solo impegni, promesse e tanta retorica elettorale a cominciare dal tema immigrazione. Davvero non ne avevamo bisogno".