REDAZIONE PRATO

Piano San Francesco. Pedonalizzare è bello: "Ma anche necessario"

Francesco Marchese, curatore di tutto il complesso monumentale: "Bisogna tutelare i tesori architettonici e artistici con una visione complessiva" .

Francesco Marchese, curatore di tutto il complesso monumentale: "Bisogna tutelare i tesori architettonici e artistici con una visione complessiva" .

Francesco Marchese, curatore di tutto il complesso monumentale: "Bisogna tutelare i tesori architettonici e artistici con una visione complessiva" .

Gli ultimi a chiederglielo sono stati dei turisti inglesi arrivati con un tour operator da Firenze. "Chiesa magnifica ma perché intorno è tutto pieno di auto?". Stessa musica quando si fermano i parenti degli studenti americani dell’università di New Haven. Domande quasi d’obbligo per chi varca con stupore la soglia della chiesa di San Francesco e chiede di poter fare una visita a Francesco Marchese, curatore di tutto il complesso monumentale che fa capo alla parrocchia di Santa Maria delle Carceri. Con l’imminente fine dei lavori di restauro della chiesa di San Francesco, Prato ritroverà un gioiello che rifulge da quasi 800 anni ma oggi incastonato in una piazza ridotta a un parcheggio e bisognosa di un profondo restyling. In una parola, pedonalizzazione: uno dei punti programmatici dell’assessorato al centro storico guidato da Diego Blasi. "Una pedonalizzazione auspicabile se Prato vuole avere una vocazione turistica che ne valorizzi l’identità culturale - osserva Marchese - Credo che questo sia un traguardo inevitabile anche per piazza San Francesco: 15 anni fa avremmo mai immaginato una soluzione integralmente pedonale per piazza delle Carceri?". Una scelta dunque ‘benedetta’ da chi dal 2018 coordina il progetto di restauro della monumentale chiesa, la seconda edificata il 24 luglio 1228 e dedicata al santo patrono d’Italia dopo quella di Assisi, nel nome del rispetto di quelli che non sono solo luoghi di fede e culto ma anche beni architettonici che custodiscono una storia secolare.

"Abbiamo adattato in funzione del traffico un centro storico nato in epoca medievale che mantiene un’anima autentica più forte rispetto a città come Arezzo o Pistoia. Invito a riflettere sull’impatto estetico sui nostri monumenti rispetto a situazioni come quelle che vediamo in piazza delle Carceri dove abbiamo due monumenti nazionali circondati da auto parcheggiate intorno, nonostante la piazza sia pedonale. Ciò che occorre è un progetto organico di revisione della mobilità in tutto il centro storico, anche nell’ottica di tutelare i nostri tesori architettonici e artistici".

Ormai sono in dirittura d’arrivo i lavori della chiesa di San Francesco eseguiti sotto l’egida della Soprintendenza, in collaborazione con l’ufficio diocesano per i beni culturali. In particolare, mancano solo le rifiniture interne ed esterne delle parti più basse: interventi di tipo estetico, quelli strutturali sono già stati completati. Completato anche l’interno della chiesa, con la parte del presbiterio riportata alle origini. Di fronte a tanta bellezza sembra gridare vendetta il passaggio di autobus che raggiungono via San Bonaventura, per non parlare di quei automobilisti senza permesso che, in assenza di varchi elettronici, provano a eludere la Ztl B. Durante il primo lotto dei lavori sono stati installati dei sensori e, anche se non sono emersi problemi strutturali, sono risultate subito evidenti le vibrazioni dovute al traffico veicolare.

E pensare che nel 2019 dello splendido stucco raffigurante San Francesco nell’atto di ricevere le stimmate, ‘l’occhio’ della facciata che versava in pessimo stato di conservazione, si occupò lo storico dell’arte Tomaso Montanari con un articolo sul Venerdì di Repubblica riprendendo un appello dello studioso Andrea De Marchi, fra i curatori della mostra "Officina pratese" che nel 2013 riaprì Palazzo Pretorio. Marchese scava nella storia della piazza in epoca medievale, di quando San Bernardino da Siena si trovò qui a predicare per 40 giorni, com’è nella tavola immortalata dal Perugino con porta Santa Trinita, conservata alla Galleria nazionale dell’Umbria. Ammonta a 2,5 milioni di euro il costo dell’intervento di restauro: il 70 per cento coperto dai fondi dell’8 per mille della Cei, il restante a carico della parrocchia. Tutto pronto o quasi dunque per i grandi anniversari: nel 2026 gli 800 anni dalla morte di San Francesco, e nel 2028 gli 800 dalla posa della prima pietra della chiesa nel centro di Prato. Sarà pronta anche la piazza, magari libera dalle auto?

Maria Lardara