
Gianluigi Carbone, titolare dell’omonima farmacia in viale Montegrappa
Prato, 17 marzo 2016 - Una petizione con centinaia di firme indirizzata a sindaco e prefetto a causa di una situazione fuori controllo, che rischia di togliere serenità a residenti e commercianti. E’ la raccolta firma lanciata dal titolare della farmacia Carbone, Gianluigi Carbone, che in pochi giorni ha già trovato seicento sostenitori. Tra questi c’è anche un magistrato, Ada Mazzerelli, moglie del sostituto procuratore Antonio Sangermano, che abita in zona e che - da cittadina e madre di famiglia - ha deciso di sostenere la battaglia portata avanti da residenti e commercianti contro spaccio e criminalità diffusi tra piazza San Marco, viale Montegrappa, via Tiepolo e viale Vittorio Veneto. Situazione trasformatasi in emergenza da quando i blitz antidroga si sono concentrati nella zona del Serraglio. Se da un lato le condizioni tra via Magnolfi, via Santa Margherita e via Cironi sono migliorate, dall’altro tossici e spacciatori si siano spostati in quest’angolo della città, come ha sottolineato Carbone. «La vendita di siringhe è aumentata del 100% in un anno – ha detto il farmacista – e non esagero se dico che in un giorno ne vendiamo almeno cinquanta».
La situazione è talmente difficile tra scippi, furti, tossici e spacciatori che in tre giorni sono state raccolte 600 firme, numero destinato a salire ulteriormente. Un’iniziativa che ha trovato il sostegno di tutti quelli che tra piazza San Marco, viale Vittorio Veneto, viale Montegrappa e strade limitrofe vivono e lavorano.
«Reati, illeciti e atti di vandalismo sono all’ordine del giorno – si legge nella petizione – Chiediamo un intervento immediato e risolutivo da parte delle autorità al fine di rendere vivibile per i cittadini l’area assediata dalla delinquenza, attualmente luogo pericoloso per la pubblica incolumità. facciamo presente che, quotidianamente, dobbiamo confrontarci con alcolizzati, drogati, spacciatori, ladri, nomadi e prostitute». Alla premessa «agghiacciante» seguono le richieste di commercianti e residenti indirizzate a sindaco e prefetto per tentare di migliorare la situazione. «Chiediamo – prosegue la petizione – la rimozione delle aiuole intorno alla Coop di piazza San Marco dove vengono commessi costantemente reati di spaccio di droga e ricettazione. Il divieto tassativo per la pubblica sicurezza di apertura di altre attività di matrice etnica nella zona di nostro interesse perché spesso dimostratisi ricettacoli di criminalità e il divieto di apertura del kebab accanto al negozio Paperbook. Maggiori controlli e pattugliamenti, un’illuminazione adeguata e misure concrete, come il foglio di via, per allontanare senza fissa dimora o chi non ha residenza a Prato, come previsto dalle leggi di pubblica sicurezza».