REDAZIONE PRATO

Pergamena a Tescaroli. Scontro tra Ast e ’Il Foglio’

Il sindacato dei giornalisti replica all’attacco sul riconoscimento al procuratore "Onorati di aver premiato un magistrato che difende il diritto all’informazione".

Un momento della consegna della pergamena di Ast. al procuratore Luca Tescaroli

Un momento della consegna della pergamena di Ast. al procuratore Luca Tescaroli

L’Associazione Stampa Toscana difende con forza la decisione di insignire con la pergamena al merito Luca Tescaroli, procuratore di Prato. Il presidente Sandro Bennucci e gli organi dirigenti del sindacato dei giornalisti rispediscono al mittente l’attacco affermando "di aver premiato un magistrato che difende il diritto dei cittadini ad essere informati". L’attacco a cui si riferisce Ast è l’articolo uscito su "Il Foglio". "Si ringrazia la Direzione de ’Il Foglio’ per l’attacco, professionalmente un po’ smodato, soprattutto nel linguaggio della ’chiusa’ del lungo articolo, ma assolutamente indispensabile per ribadire l’utilità sociale della ’Pergamena’ assegnata al procuratore Luca Tescaroli. Che ha, ai nostri occhi di cronisti, il grande merito di non nascondere i crimini in un cassetto. Rispettando il diritto dei cittadini ad essere informati".

Nella replica all’articolo, gli organismi dell’Ast ricordano come "dall’esplosione di Calenzano agli omicidi delle escort, dalla mafia cinese agli accoltellamenti in strada, fino ai fatti sconvolgenti del carcere pratese della Dogaia, il procuratore ha informato i media, nel pieno rispetto della legge, di avvenimenti di fondamentale interesse per l’opinione pubblica. Meraviglia che di fronte a sua maestà la notizia, quella che non è di destra né di sinistra, scritta secondo la regola delle 5 w inglesi (chi, come, dove...) i giornalisti de ’Il Foglio’, sicuramente non tutti, abbiano un apprezzamento diverso dai cronisti toscani di nera e giudiziaria".

Infine una nota per il procuratore Filippo Spiezia, tirato in ballo nel servizio del quotidiano: "Se lascerà Firenze dipenderà dalla decisione del Consiglio di Stato e dalla scelta del Csm e non dall’Ast che non ha mai avuto la pretesa di scrivere ’sentenze’".