REDAZIONE PRATO

Peretola, gli aerei sfiorano Prato sud A 490 metri su Cafaggio e Fontanelle

Dibattito in Provincia con Toscana Aeroporti. I timori dei residenti per l’impatto acustico e ambientale. I velivoli in atterraggio a 320 metri sul Macrolotto Due. Preoccupazione a Santa Maria e San Giorgio

"Preferisco fare passare gli aerei su Villa Montalvo che sopra le teste di 7.000 persone". Le parole del direttore tecnico di Toscana Aeroporti, Lorenzo Tenerani spiegano bene le motivazioni alla base del progetto di ampliamento dello scalo di Firenze: allontanare dalle teste di 7.000 residenti di Brozzi, Peretola e Quaracchi i sorvoli degli aerei in partenza e atterraggio dal Vespucci. Un problema sotto gli occhi di tutti, ma la cui soluzione non convince affatto i pratesi presenti ieri in Provincia, a Palazzo Banci Buonamici, per il dibattito pubblico sul nuovo masterplan dello scalo di Firenze. La pista d’altronde toglie il problema dell’impatto acustico e ambientale sui quartieri di Firenze, ma al contempo li scarica tutti sulla città di Prato e su Campi Bisenzio. Perché se è vero che le traiettorie degli aerei saranno distanti 4,8 chilometri dal centro storico di Prato, è altrettanto vero che per l’ennesima volta scaricheranno tutto l’impatto ambientale e acustico sulla zona sud della città, sorvolata in pieno dagli aerei.

Il tracciato, se in decollo entra nella nostra provincia a 880 metri d’altezza, incrociando a 1150 metri il primo centro abitato, cioè la zona di CafaggioFontanelle (la stessa altezza di sorvolo che c’è oggi su Campi Bisenzio, San Giorgio a Colonica e le Miccine), ha invece ben altro impatto in fase di atterraggio. Di fatto gli aerei col nuovo masterplan entreranno in provincia di Prato a 790 metri, toccando Capezzana, poi passeranno a 490 metri sopra CafaggioFontanelle, e usciranno a 320 metri passando sopra il Macrolotto Due. E quando si parla di Macrolotto Due è inevitabile considerare che l’impatto ricadrà in pieno su Santa Maria e San Giorgio a Colonica che dalla zona industriale sono divise da un semplice sottopasso. Di fatto, chi abita oggi nella zona sud della città, viene toccato da un impatto acustico derivante da un sorvolo degli aerei in decollo a 1150 metri, mentre con la nuova pista subirà un sorvolo in atterraggio fra i 490 e i 320 metri.

La distinzione fra atterraggio e decollo è importante, come spiegato dai tecnici di Toscana Aeroporti, perché in partenza gli aerei viaggiano col motore al massimo della forza, mentre in atterraggio la potenza cala del 30%. Ma è altrettanto vero che fra i 1150 metri d’altezza odierni e i 320 metri futuri c’è una differenza di inquinamento acustico notevole. E considerato che già oggi gli aerei hanno un impatto acustico rilevante sulla zona sud di Prato, risultano quindi legittime le preoccupazioni dei residenti. Non è un caso che i presenti al dibattito pubblico di giovedì in Provincia fossero tutti contrari al nuovo masterplan, fatta eccezione per i rappresentanti dell’associazione In Pista. Giudizi pieni di scetticismo sono arrivati dal presidente Simone Calamai, dai consiglieri comunali Pd Monia Faltoni e Marco Sapia, dall’attuale e dall’ex sindaco di Poggio a Caiano, Francesco Puggelli e Marco Martini. E poi dai vari cittadini intervenuti per chiedere spiegazioni a Toscana Aeroporti.

Ad aumentare lo scetticismo dei pratesi presenti a Palazzo Banci Buonamici c’è stato poi anche il piano industriale di Toscana Aeroporti. Il progetto è quello di portare i movimenti aerei dai 36.200 del 2019 ai 48.500 del 2023. Considerato che l’aeroporto resterà aperto dalle 6 del mattino fino a mezzanotte, il conto è presto fatto: sono 132 voli al giorno sopra la zona sud della città di Prato, 7 ogni ora, un transito ogni otto minuti. Oggi invece il territorio viene lambito nella parte più vicina a Firenze da 99 voli al giorno, con un passaggio ogni undici minuti.

Stefano De Biase