
Domani al Museo della deportazione l’inaugurazione della mostra a cura degli studenti della Salvemini La Pira. E in Comune i ragazzi hanno raccontano il loro viaggio a Ebensee e Mauthausen.
Si sono persi i pochi sopravvissuti della deportazione del 1944, ma i familiari e i parenti sono diventati "i nuovi testimoni" che ripercorrendo la vita e la perdita dei loro cari, hanno recuperato la memoria del dolore e delle sofferenze. Anche i giovani studenti delle scuole medie e superiori di Prato e dei comuni della Provincia che hanno partecipato al viaggio della memoria dall’8 al 12 maggio possono diventare altri importanti testimoni. Tornati dai campi di concentramento di Mauthausen, Gusen, Ebensee e dall’ex centro di eutanasia di Hartheim, nel salone consiliare del Comune hanno riconsegnato a tutta la comunità quello che hanno visto e condiviso. Un’esperienza che si è incrociata con le cerimonie internazionali per l’ottantesimo anniversario della liberazione dai campi di Ebensee e Mauthausen. Hanno letto riflessioni, presentato video e cartelloni con fotografie. Hanno raccontato con parole e immagini. Il viaggio della memoria è stato organizzato dalla sezione pratese di Aned, l’Associazione nazionale ex deportati nei campi di concentramento nazisti, con la Fondazione Museo della deportazione e resistenza, l’associazione per il Gemellaggio Prato-Ebensee e il Comune di Prato. Un’esperienza che ha lasciato il cuore gonfio di emozioni e la testa zeppa di pensieri. "Ora abbiamo il dovere di essere testimoni" ha detto Ginevra Spinelli della classe terza della scuola media Mazzei di Poggio a Caiano. Ed Emma Rondelli del Convitto Cicognini: "Non basta ricordare e non dimenticare, ma dobbiamo chiederci cosa possiamo fare di concreto, perché gli uomini siano migliori di quello che è stato fatto". In tanti hanno ripetuto che quanto hanno visto non potranno tenerselo per sé, ma deve trovare voce. "Hanno partecipato a qualcosa di più di un semplice viaggio, sono stati ad un pellegrinaggio – ha commentato il presidente di Aned - Prato, Gabriele Alberti - un’esperienza emozionante, che deve essere strumento per leggere il futuro. Ancora oggi nella nostra società – ha proseguito - vi sono odio e disprezzo, ci vuole attenzione perché queste erano le parole che hanno portato alla tragedia".
Un futuro in amicizia e condivisione è possibile. Lo ha detto bene Andrea Bonfiglio, il tecnico della squadra Juniores Paperino San Giorgio, che ha disputato un’amichevole partita di calcio contro la squadra locale dell’Esv Daxner Immobilien Ebensee 1922: "Con la partita di calcio, la parola ‘campo’, che ci ha richiamato dolore e costrizione, invece, è diventata simbolo di gioia e condivisione". L’assessora alla memoria Chiara Bartalini ha rivolto un invito: "Partecipate ai prossimi viaggi della memoria, contattate l’assessorato per avere informazioni su come aderire". Perché l’antidoto contro quello che è stato, è vincere l’indifferenza. Anche partecipando al viaggio della memoria. "Per vedere da vicino, con i propri occhi". Così hanno ripetuto il presidente e il responsabile della didattica del Museo della Deportazione, Massimo Chiarugi ed Enrico Iozzelli; il presidente e il vicepresidente della sezione pratese dell’Aned, Gabriele Alberti e Diego Clemente. Con loro in salone consiliare c’erano l’assessora di Montemurlo, Valentina Vespi e il vicesindaco Alberto Vignoli; l’assessora di Poggio a Caiano, Patrizia Cataldi; gli assessori di Dario Di Giacomo di Carmignano e Enzo Polidori di Vaiano, i consiglieri comunali Ettore Franchi di Vernio e Matilde Rosati di Prato. E i rappresentanti di Cgil, della Pubblica assistenza e dell’Associazione nazionale carabinieri.
Marilena Chiti