
Inps
Prato, 12 giugno 2023 - I lavori pratesi restano al lavoro più possibile, rinunciando alle uscite anticipate (e penalizzanti). A Prato in questi anni c’è stato, e c’è ancora, un utilizzo degli strumenti messi a disposizione per la pensione anticipata decisamente più basso rispetto alla media regionale. I dati forniti dall’Inps sia per quota 100 (annualità 2019, 2020 e 2021), che per quota 102 (2022) e quota 103 (2023) pongono la nostra città fra quelle che meno hanno sfruttato e tuttora sfruttano lo scivolo pensionistico, anche se quota 103, ad esempio, in proporzione sembra piacere di più.
I numeri che subito balzano agli occhi sono soprattutto quelli relativi a quota 100. Perché a fronte di 27.045 toscani che nel triennio 2019/2021 hanno approfittato dell’anticipo pensionistico con 38 anni di contributi e 62 anni di età, solo 1.677 pratesi hanno sfruttato questo strumento introdotto dal governo (nel dettaglio sono stati 611 nel 2019, 520 nel 2020 e 546 nel 2021). A fare peggio del nostro distretto troviamo solo Massa Carrara che con quota 100 totalizza appena 1.476 pensionamenti anticipati (ma il numero assoluto di lavoratori è decisamente inferiore). Siena invece si attesta pressoché sugli stessi numeri di Prato con 1.658 adesioni a quota 100, mentre tutte le altre città fanno registrare dati decisamente più alti. Su tutte Pisa con 2.878 pre-pensionamenti in un triennio (tallonata da vicino da Lucca), preceduta naturalmente da Firenze con 8.291 pensioni anticipate. L’analisi Inps non fornisce strumenti per dare una spiegazione a questi numeri più bassi in territorio pratese, anche se probabilmente in molti non avevano l’età anagrafica sufficiente per potere richiedere la pensione con quota 100. Non solo, certamente l’assenza di ricambio nelle aziende tessili e la prospettiva di uscire con una penalizzazione sull’assegno non hanno favorito l’adesione dei lavoratori.
Passando a quota 102, l’anno scorso a Prato ma anche nel resto della Toscana i numeri dei pensionamenti anticipati sono stati pressoché irrisori. In totale in regione solo 359 persone hanno sfruttato lo scivolo. Di queste solo 28 a Prato, che comunque in questo caso risulta in media col resto della Toscana.
Molto più fermento invece c’è quest’anno con quota 103 scelta già da 488 toscani, superando in un solo quadrimestre i numeri di tutto il 2022. E la stessa cosa accade a Prato città visto che sono 41 nei primi quattro mesi dell’anno i lavoratori che hanno usufruito del pensionamento anticipato. A dare una spiegazione di questa rinnovata spinta a Prato e in Toscana sugli scivoli pensionistici è l’Inps.
"Dopo il boom iniziale di quota 100 che ha mandato in pensione tutti coloro che volevano uscire dal mondo del lavoro e che erano rimasti invischiati nelle modifiche della riforma Fornero – spiegano dall’istituto –, quota 102 è stata quasi una residuale sanatoria per i pochi che erano ancora in attesa di maturare entrambi i requisiti: anagrafici e di anni lavorativi. La differenza più significativa è sicuramente tra quota 102 e quota 103, con quest’ultima che in un solo quadrimestre ha già superato le liquidazioni dello scorso anno. Ciò, naturalmente, deriva dai requisiti di accesso alle due prestazioni che, nel caso di quota 102 prediligono un minor numero di contributi (38 anni) ma un’età anagrafica più alta (64 anni). Nel caso, invece, di quota 103, si riduce l’età anagrafica (62 anni) ma cresce il numero di contributi (41 anni) avvicinandosi molto di più alla pensione anticipata, rispetto alla quale si può guadagnare anche un anno, risultando dunque appetibile perché non appare particolarmente penalizzante ai fini di assegno pensionistico".