"Pablito era bontà, intelligenza e sorrisi" Veltroni: nel mio film un amore collettivo

Il regista parla per la prima volta della sua opera su Paolo Rossi. E fa un appello ai pratesi: "Cerco tutto ciò che lo riguarda"

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di Stefano De Biase

"Paolo Rossi è il simbolo della più bella gioia che mi sia capitata di vivere da sportivo. Nulla è stato così significativo e carico di valori come la vittoria dei mondiali dell’82, arrivati nel contesto di una nazione che soffriva, piegata dal terrorismo. E poi Pablito mi piaceva perché era un italiano medio: non aveva il fisico di Ibrahimovic, ma era capace di supplire con intelligenza, velocità e istinto". Walter Veltroni parla per la prima volta dei motivi che lo hanno spinto a realizzare un docu-film sulla vita di Paolo Rossi. Lo fa in occasione della festa della città, quella Prato a cui Pablito era così legato, anticipando che dalla prossima settimana proprio fra la nostra città e Firenze inizierà a girare le immagini della pellicola. Veltroni, cosa rappresentava davvero per lei Paolo Rossi?

"Paolo era una persona buona e intelligente, un uomo che sorrideva agli altri e che ho avuto il piacere di conoscere personalmente. Tutte qualità che sembrano quasi marziane ai giorni d’oggi, e che invece Paolo coltivava con grande coerenza".

Cosa racconterà esattamente nel docu-film?

"Tutta la sua vita, dagli inizi a Prato, a Santa Lucia, fino alla scalata al tetto del mondo. E ci sarà pure una parte successiva alla sua morte, con i racconti delle persone che l’hanno amato e stimato".

Quando inizierà le riprese?

"Il 14 settembre. Partiamo da Firenze girando alla Cattolica, dove Paolo ha giocato a calcio da adolescente. Poi verremo a Prato fra Santa Lucia, l’anfiteatro del quartiere, i giardini dove giocava a pallone e la scuola che frequentava. Faremo un viaggio nei luoghi della sua adolescenza".

Quando finirete di girare?

"Faremo immagini in vari posti d’Italia legati alla figura di Paolo. Finiremo le riprese entro settembre, poi ci sarà il tempo per il montaggio. Nel film ci sarà un’alternanza fra immagini d’epoca e dei giorni d’oggi".

A proposito di immagini d’epoca, vuole lanciare un appello alla città...

"Chiedo a tutti i pratesi di mandarci filmati e foto che ritraggono Paolo Rossi a scuola, nei campi da calcio, ma anche quando è tornato a Prato dopo avere raggiunto la celebrità grazie al calcio, agli scudetti, al titolo di campione del mondo. Mi interessano anche biglietti, cartoline e lettere: ogni contributo può essere prezioso. Vorrei che il film fosse frutto di questo sentimento collettivo di affetto verso Paolo".

A Prato ha effettuato pure i casting per i bambini che dovranno svolgere il ruolo di Paolo e Rossano Rossi nel docu-film... "Sì, ho trovato i tre profili che stavo cercando. Sono arrivate tante candidature e ho fatto una scrematura su venti bambini. Da questi poi sono arrivato alla scelta visionandoli dal vivo. Più che la somiglianza fisica ho cercato nei ragazzi la stessa luce negli occhi che aveva Paolo".

Accanto a lei c’era pure la moglie di Paolo Rossi...

"Federica è molto coinvolta nel progetto, è parte integrante della squadra".

Quando uscirà il docu-film?

"Di tempi è ancora presto parlarne. Di sicuro sarà nei cinema e poi successivamente in televisione".

Che idea si è fatto di Prato attraverso i racconti sulla vita di Paolo Rossi?

"Ho percepito il legame molto forte che si era instaurato fra Paolo e i pratesi. In questi mesi ci sono venuto spesso a Prato, sono stato a parlare col sindaco Biffoni e con tantissime persone che hanno vissuto a fianco di Paolo".

Un’ultima domanda. Cosa cercherà di suscitare negli spettatori del film?

"Emozione. Voglio fare ricordare a tutti che splendida persona era Paolo Rossi".