
PRATO
La mini stagione del Metastasio prosegue sul palco del Fabbricone con un’altra prima assoluta. Da giovedì 27 a domenica 30 maggio debutta, infatti, "Ottantanove", un’indagine sul concetto di “rivoluzione” firmata e diretta da Elvira Frosini e Daniele Timpano, affiancati per la prima volta in scena da Marco Cavalcoli (ore 20 feriali, ore 18 domenica, biglietti da 10 a 15 euro).
Autori, registi e attori della scena contemporanea italiana che dal 2008 condividono un comune percorso artistico FrosiniTimpano portano sul palcoscenico i loro corpi che disinnescano, decostruiscono e incarnano le narrazioni della Storia, analizzando le derive antropologiche della società a partire da un vasto materiale di riferimenti vari, dall’accademico al popolare, che costituiscono l’immaginario e la coscienza contemporanei. I loro testi portano sulla scena un complesso dispositivo teatrale in cui gli attori-autori sono sempre in dialogo con il pubblico ed in bilico tra l’incarnazione di personaggi, mitologie contemporanee e culturali, ed il semplice essere sulla scena e mettere in campo il proprio perturbante rapporto con la Storia e la cultura. Prodotto dal Metastasio in collaborazione con Kataklisma teatro e Teatro di Roma - Teatro Nazionale, "Ottantanove" fa riferimento alla Rivoluzione Francese del 1789 e alla caduta del Muro di Berlino del 1989 per scandagliare simboli e retoriche dell’apparato culturale occidentale fino ad arrivare all’osso dei suoi miti fondativi. Lo spettacolo non racconta una storia, o la Storia, ma si immerge nei materiali culturali che hanno prodotto il mito fondativo attorno alla rivoluzione francese e in tutto ciò che questo ha prodotto a sua volta. Questo scavo di Frosini e Timpano si interroga sull’attuale crisi della Democrazia. "In ’Ottantanove’ va in scena l’assenza di una prospettiva reale di cambiamento, l’assenza della possibilità non dico di fare la rivoluzione - commenta Frosini - , ma almeno di cambiare le cose, o di immaginare di cambiarle, pensare di poterle cambiare".