Orti cinesi: nessuna autorizzazione per coltivare

Non solo controlli nel tessile, ma anche negli orti cinesi. L’azienda sanitaria ha sospeso l’attività di due aziende nel corso di ispezioni programmate di vigilanza e controllo in agricoltura. I provvedimenti di sospensione sono scattati a seguito di interventi congiunti con l’Ispettorato del lavoro, Carabinieri forestali e polizia municipale di Prato, hanno riguardato due orti cinesi per mancanza del documento di valutazione del rischio. ll documento rappresenta la mappatura dei rischi per la salute e la sicurezza presenti in un’azienda. "I contadini stavano operando senza i documenti di valutazione del rischio, un tempo fondamentale per la sicurezza", aggiunge Luigi Mauro dell’Asl. Le attività di coltivazione dei terreni da parte dei cittadini cinesi stanno proliferando nella campagne tra Tavola, Iolo e Paperino, San Giorgio e al confine con Montemurlo. A lanciare l’allarme era stato di recente anche Coldiretti citando i dati della Regione, che raccontano come in tutta la Toscana risultino ufficialmente attive solo sette aziende agricole cinesi. Praticamente niente se si pensa al numero di serre presenti fra Prato, Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio. A preoccupare gli esperti non sono tanto le sementi geneticamente modificate - legali in Cina ma non in Italia -, capaci di rendere giganti zucchine, cavoli e pomodori, quanto l’uso smodato di diserbanti e fertilizzanti. Prodotti talmente potenti sul terreno e quindi sulla salute dei consumatori per i quali è necessario conseguire una licenza sia per poterli acquistare sia per utilizzarli. Un uso smodato di tali sostanze può avere effetti dannosi sulle falde acquifere, sui terreni che le assorbono oltre che essere nocivi per chi consuma gli alimenti prodotti con tali quantità di fitofarmaci.

Si.Bi.