Civitanova, la moglie dell'ambulante ucciso: "Io e Alika ci siamo conosciuti a Prato"

I ricordi della compagna del nigeriano massacrato brutalmente in strada a Civitanova Marche. Il primo incontro tra i due avvenne proprio a Prato dove l’uomo ha vissuto a casa di un amico

Prato, 5 agosto 2022 - "Io e Alika ci siamo conosciuti a Prato. Lui viveva là da diverso a tempo a casa di un amico. Io ci andavo ogni tanto insieme a un’amica. Da allora non ci siamo più lasciati".

Alika Ogochurkwu è l’ambulante nigeriano di 39 anni ucciso brutalmente a Civitanova Marche (Macerata) da un operaio salernitano di 32 anni, Giuseppe Ferlazzo che adesso si trova in carcere con la pesante accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. La moglie di Alika, Charity, assistita dall’avvocato Francesco Mantella, ricorda i bei tempi quando suo marito viveva a Prato e dove i due si sono conosciuti nel 2012.

"Alika era arrivato in Italia da poco e aveva preso una stanza in casa di un suo connazionale a Prato – spiega l’avvocato Mantella per conto della moglie della vittima – mentre Charity faceva la badante a Ferrara. Una sera Charity fu convinta da un’amica ad andare a Prato per partecipare a una festa da alcuni connazionali. Alla festa c’era anche Alika". Fu amore a prima vista. Alika e Charity cominciarono a frequentarsi. Ogni fine settimana la donna si recava a Prato a trovarlo. La storia a distanza è andata avanti per un paio di anni fino a quando, nel 2014, è nato il loro unico figlio Emmanuel.

"A quel punto la coppia ha deciso di trasferirsi prima a Padova, dove Emmanuel è nato, e poi a San Severino Marche, un paesino tranquillo dove hanno vissuto serenamente", aggiunge l’avvocato. Di Prato Charity ha un bel ricordo come lo aveva suo marito, la cui vita è stata spezzata troppo presto. Il ricordo è quello di una città ospitale dove i due non hanno mai avuto problemi con nessuno.

Nulla avrebbe mai fatto immaginare quello che poi è successo. Il 29 luglio scorso, Alika è stato pestato a sangue nel pieno centro della cittadina marchigiana dall’operaio salernitano per motivi che sono ancora da chiarire. I video del violento pestaggio girati da alcuni passanti e da alcune telecamere di sorveglianza della zona hanno fatto il giro del web sollevando l’indignazione dell’opinione pubblica. Alika è morto per schiacciamento e soffocamento come ha confermato l’autopsia. Ferlazzo infatti gli è montato addosso tenendolo premuto a terra senza lasciargli la possibilità di respirare dopo averlo picchiato con una stampella. Una morte atroce.

Prima della tragedia, la vita insieme di Alika e Charity era cominciata a Prato. I due poi avevano girato diversi paesi fino a che non si erano stabiliti a San Severino Marche. "La coppia era molto felice e nel 2019 i due si sono sposati", aggiunge il legale della famiglia. Dopo presero la decisione di trasferirsi a Civitanova in seguito al terremoto che aveva sconvolto quella zona.

"La signora è chiaramente distrutta dal dolore – prosegue Mantella – E’ rimasta sola a crescere il loro unico figlio Emmanuel. L’unica cosa che chiede è che venga fatta giustizia".

Una ferma condanna per quanto accaduto a Civitanova è arrivata anche dalla comunità nigeriana della Toscana che però non ha voluto rilasciare altre dichiarazioni.