"È giusto che paghi, sia chiaro. D’altronde ho sbagliato, ci mancherebbe. Sarà colpa dell’età. Anche se non ricordo quel giorno a quell’ora di aver preso quella strada. Ma non è ammissibile che per ritirare la notifica del verbale debba fare 15 chilometri in totale, tra andata e ritorno, perché ad occuparsi del servizio è una agenzia privata, e non Poste Italiane". Sarà che sente di giocare in casa. Sarà che per una vita ha fatto il postino. "Sul campo però, perché non mi è mai piaciuto stare in ufficio, il weekend volevo andare a vedere le partite". Ma a garanzia dell’anonimato, un pensionato 80enne originario di Vasto e pratese d’adozione, ci tiene a denunciare a La Nazione quello che lui ritiene un "disservizio subìto".
A non andargli giù non è tanto il fatto di aver preso il 15 giugno scorso una contravvenzione da 44 euro e spicci per essere transitato con la sua Panda su "corsia riservata ad altri veicoli" a due passi dalla questura, in via Migliore di Cino (tratto di collegamento diretto, via Leonardo Da Vinci), quanto piuttosto per la "scomodità assoluta" del ritiro del verbale - dopo la domiciliazione della lettera avvenuta due giorni fa - lungo la diramazione di via del Campaccio presso l’agenzia privata Asail Post, anzichè al "comodissimo" ufficio postale di via Marianna Nistri. "Perché affidare ai privati la gestione di situazioni di questo tipo? Ma non si rendono conto che così costringono i cittadini a farsi chilometri su chilometri? Spero che raccontando la mia disavventura, il Comune possa realizzare che vi sono servizi che dovrebbero rimanere essenziali e che, in quanto tali, dovrebbero rimanere necessariamente prossimi a dove si abita, soprattutto per non impattare in primis le persone anziane".
F.I.