Nuovi linguaggi a Palazzo Pretorio. Un docufilm su Filippo e Lucrezia. E la performance di Virgilio Sieni

Venerdì la proiezione di "Salomè. Genio e passione", il 15 maggio l’artista danzerà fra le opere d’arte .

Nuovi linguaggi a Palazzo Pretorio. Un docufilm su Filippo e Lucrezia. E la performance di Virgilio Sieni

Nuovi linguaggi a Palazzo Pretorio. Un docufilm su Filippo e Lucrezia. E la performance di Virgilio Sieni

Due nuovi appuntamenti per il decennale della riapertura del Museo di Palazzo Pretorio che diventa inedito palcoscenico e apre le porte a espressioni artistiche contemporanee. Venerdì 10 maggio (alle 21) si terrà la proiezione del docufilm Salomè. Genio e passione, scritto e diretto da Gabriele Cecconi e Francesco Tasselli, e prodotto da Alfafilm con il contributo del Comune di Prato e della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze e il Museo Diocesano di Prato. Tra il documentario e la fiction, il cortometraggio è incentrato sulla vicenda di Lucrezia Buti e del Banchetto di Erode, dipinto da Filippo Lippi nel Duomo di Prato. La parte documentaristica illustra le caratteristiche artistiche degli affreschi di fra’ Filippo Lippi realizzati nel 1452 nella cappella maggiore della Cattedrale di Prato. Si approfondisce in particolare il banchetto di Erode con al centro della scena la figura di Salomè danzante, considerato il capolavoro dell’artista.

La parte fiction racconta il particolare intreccio tra la creazione di questo geniale affresco e la storia d’amore (per l’epoca assai scandalosa) di fra’ Filippo Lippi, più pittore che frate, con la bella e giovane Lucrezia Buti, monaca senza vocazione, che prestò il proprio volto alla stessa Salomè e alle Madonne più belle dipinte dall’artista, diventando modello di grazia ed eleganza per altri pittori nella seconda metà del Quattrocento fiorentino, tra i quali il Botticelli. La proiezione sarà preceduta da una breve presentazione del corto da parte dei registi e da una introduzione sulla figura di Filippo Lippi a cura di Rita Iacopino Direttrice del Museo di Palazzo Pretorio e di Claudio Cerretelli Presidente dell’Opera del Duomo. Al termine, è prevista una visita guidata alla sala che ospita la Madonna della Cintola di Filippo Lippi. Alla serata saranno presenti anche gli attori Consuelo Ciatti, Gianluigi Tosto, Teresa Marini, Andrea Anastasio e Pietro Guarducci.

Mercoledì 15 maggio in doppia replica (alle 19 e alle 20.30) il danzatore internazionale Virgilio Sieni si esibirà nel salone dei grandi Polittici Medievali e del primo Rinascimento del Museo di Palazzo Pretorio di Prato con la coreografia site specific “Il corpo della pittura”, accompagnato da musica live di Fabrizio Cammarata. È il secondo appuntamento del progetto La scena del Pretorio - La reinvenzione performativa (2014-2024) ideato e curato da Teresa Megale, storica del teatro e creatrice di eventi culturali, che intende ripensare gli spazi architettonici del museo e ridefinire la percezione del suo patrimonio artistico. Il Salone del primo piano del Palazzo Pretorio a Prato ospita opere del trecento e del quattrocento, dal tardogotico al Rinascimento: i polittici di Andrea di Giusto, Pietro di Miniato, Mariotto di Nardo, Lorenzo Monaco e Giovanni da Milano.

La storia ci ricorda, attraverso la maestria di artisti straordinari, l’intelligenza del corpo, dei corpi dipinti e dei corpi presenti. Incorporando le opere nel dettaglio dei gesti Virgilio Sieni ci rammenta quanto il gesto possa essere uno straordinario strumento per l’emancipazione dell’individuo e come la conoscenza incarnata possa mettere in crisi la nostra postura quotidiana. Emerge l’alleanza dei corpi che nel mutismo cosmico dello spazio si confrontano e convivono nella durata del tempo. "La danza che propongo parte dall’alleanza dei corpi che si ritrovano liberamente e democraticamente nella piazza del museo, nel salone del primo piano: corpi dipinti, corpi presenti, corpi e figure di prima e dopo – spiega Virgilio Sieni –. Incorporando le opere nel dettaglio di quei gesti complessi spero si possa intuire, percepire e convivere quanto essi siano uno strumento per l’emancipazione dell’individuo".